A tutt’oggi, vista dalla parte di chi opera negli Atenei e negli Enti di Ricerca, la strategia è stata dominata dal semplice «non ostante». Le Università operano, infatti, «non ostante». Non ostante uno degli indici più bassi fra popolazione attiva e ricercatori del mondo: l’Italia è al 3,7 con una media OCSE del 7,6. Non ostante una delle quote più basse di investimenti per Ricerca e Sviluppo sul PIL del mondo industrializzato: l’Italia è
all’1,26%, la media europea è il 2,1 con la Francia al 2,25%, la Germania al 2,82%. Non ostante retribuzioni ferme da anni per le quali non si vede neppure la speranza di un reintegro come per altri comparti dello Stato; non ostante la cronica mancanza di una rete sistemica e integrata di infrastrutture della ricerca che costringono i nostri giovani a lavorare all’estero. Non ostante tutto questo, i ricercatori italiani sono al nono posto per produzione di articoli scientifici (ma in discesa, dice la classifica SCImago); le Università hanno incrementato le commesse dall’esterno fino al 15% rispetto ai trasferimenti dello Stato; alcuni settori come la bioingegneria, la biomedicina, la farmaceutica, le telecomunicazioni ci vedono all’avanguardia nella scena mondiale. Non ostante. Insisto. Dei benefici che il lavoro delle Università arreca all’Italia, alla competizione per le risorse in Europa, all’educazione di centinaia di migliaia di giovani il Paese sembra non accorgersi. Si è assistito in silenzio allo strangolamento progressivo degli Atenei. Oggi abbiamo 10.000 unità di personale in meno rispetto a soli quattro anni fa: da 58.303 docenti del 2009 a 53.753 nel 2012, e da 56.450 unità di personale T.A. del 2009 a 53.500 nel 2012. Stiamo subendo un ‘taglio’ di quasi il 13% ai finanziamenti statali: il finanziamento ordinario delle Università nel 2009 è stato di 7,541mld di euro; nel 2013 sarà di 6,550mld di euro (e gli stipendi sono il 95% di questo fondo). Abbiamo un blocco sostanziale del turn-over e l’impossibilità conseguente dei ricambi generazionali, l’unica linfa reale per la ricerca. (Fonte: parte del discorso pronunciato da Marco Mancini, Presidente della CRUI, all'inaugurazione dell'Anno Accademico 2012-2013 della Seconda Università di Napoli, 03-12-2012. Testo integrale del discorso) |