Dall'indagine AlmaDiploma, associazione di scuole nata da una costola di AlmaLaurea presentata ieri al MIUR a Roma, risulta che circa 50 diplomati su 100 intendono continuare gli studi, 10 intendono coniugare studio e lavoro, 22 intendono solo lavorare e 16 sono incerti sul loro futuro. Il 42% di loro tornerebbe indietro per scegliere un altro indirizzo di studi, o un'altra scuola, il 10% ripeterebbe il corso ma in un'altra scuola, il 7% sceglierebbe un diverso indirizzo/corso, il 24% cambierebbe sia scuola sia indirizzo. Tra i 40 mila ragazzi ai quali è stato somministrato un questionario dopo il conseguimento del diploma nel luglio 2012, il voto medio all'esame di Stato è stato di 75,6 su 100 (78,1 su 100 nei licei, 73,6 negli indirizzi tecnici e 71,9 nei professionali). Solo il 5,3% ottiene i risultati massimi (100 e 100 e lode). Il 39,5% ha strappato un voto minimo, cioè 60-70 su 100. Rispetto a questo campione, che conferma il normale decorso della vita scolastica, emerge una delle costanti dell'istruzione in Italia. Ai licei si diplomano i figli del ceto medio delle professioni, il 37% ha almeno un genitore laureato che ha concluso le scuola medie con un ottimo giudizio, mentre il 24% ha un genitore che possiede un diploma e il 15% è nato in una famiglia con un titolo di istruzione di grado inferiore. Consultando i dati sulle pre-iscrizioni alle scuole fornite dal MIUR quest'anno, si nota un leggero incremento nelle iscrizioni agli istituti tecnici e professionali e una leggera diminuzione per i licei: il 31,50% degli studenti ha scelto quest'anno gli istituti tecnici (l'anno scorso era il 30,39%), il 20,60% gli istituti professionali (contro il 19,73% precedente), mentre ai licei s’iscrivono il 47,90% dei ragazzi (contro il 49,88%). (Fonte: R. Ciccarelli, Il Manifesto 01-12-2012)
|