Home 2012 8 Ottobre PAESI DELL’OCSE E DEL G20. IL GLOBAL TALENT POOL CRESCE: OLTRE 200 MILIONI DI LAUREATI NEL 2020
PAESI DELL’OCSE E DEL G20. IL GLOBAL TALENT POOL CRESCE: OLTRE 200 MILIONI DI LAUREATI NEL 2020 PDF Stampa E-mail
Nel 2010, nel complesso dei paesi membri all’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) e degli altri appartenenti al G20 (Argentina, Brasile, Cina, India, Indonesia, Federazione Russia, Arabia Saudita e Sudafrica), c’erano circa 129 milioni di persone fra i 25 e 34 anni con un’educazione di livello universitario, in ascesa rispetto ai 91 milioni di 10 anni prima. La maggior parte di loro, 66 milioni, ormai appartiene già ai Paesi emergenti, come conseguenza della crescita demografica e degli investimenti nel sistema educativo degli ultimi anni; se la tendenza continua, stima l’OCSE, nel 2020 negli stessi Paesi i laureati saranno oltre 200 milioni, gran parte dei quali provenienti dalla Cina (29%) e dall’India (12%), mentre saranno solo un quarto gli studenti provenienti dall’Europa o dagli Stati Uniti. Nella global talent pool, la “massa globale dei talenti”, il fattore nuovo è costituito innanzitutto dalla Cina dove in quindici anni gli istituti universitari sono più che raddoppiati, raggiungendo quota 2.305 nel 2009. Il “Regno di mezzo” (questo letteralmente il significato di Zhongguó, la Cina) ha una massa di studenti universitari che cresce di 2 milioni l’anno, più di tutti gli iscritti alle università italiane. Più staccata appare l’India, che pure nel 2020 supererà gli USA sia per numero di iscritti sia in percentuale sul totale mondiale.
In Cina, India e Indonesia gli occupati nel settore “Science e technology” non raggiungono ancora il 10%, mentre sono più di un quarto della forza lavoro nei paesi OCSE, con punte che superano il 40% in Svezia, Danimarca e Norvegia. Se i paesi emergenti appaiono da questo punto di vista ancora in ritardo, ciò però significa che il loro mercato del lavoro continuerà presumibilmente ad assorbire i giovani laureati anche nei prossimi anni, assicurando loro migliori salari e maggiori percentuali di occupazione.
Secondo lo studio OCSE Education at a Glance 2012, un numero crescente degli studenti provenienti dai paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), soprattutto i migliori e più motivati, continua infatti a rivolgersi ad università estere, in particolare anglosassoni. Nel 2010 sono stati più di 4,1 milioni gli studenti di tutto il mondo che si sono iscritti in un’università estera: il 17% negli Stati Uniti e il 13% nel Regno Unito, seguiti da Australia (7%), Germania e Francia (entrambe circa al 6%). Anche l’Italia a questo riguardo gioca un ruolo, anche se secondario: nel 2010, infatti, il nostro paese accoglieva circa l’1,7% degli studenti in mobilità internazionale, risultando alla dodicesima posizione a livello mondiale. Altri dati, provenienti dall’UNESCO (e pubblicati da CampusFrance) pongono invece la Penisola al nono posto, con il 2,1% della quota mondiale (68.273 presenze). Chi avrà ragione?  Forse conta più sapere è che entrambe le fonti danno comunque in forte ascesa la presenza di studenti stranieri in Italia, con un aumento di circa il 50% negli ultimi 5 anni.
(Fonte: D. Mont D’Arpizio, unipd.it/ilbo 04-10-2012)