Home 2012 12 Settembre GERMANIA. NON ESISTONO PROVE DI AMMISSIONE A MEDICINA O ALTRE FACOLTÀ
GERMANIA. NON ESISTONO PROVE DI AMMISSIONE A MEDICINA O ALTRE FACOLTÀ PDF Stampa E-mail
In Germania non esistono prove di ammissione a medicina o altre facoltà. Ma anche qui c'è il numerus clausus. Il figlio quindicenne di un mio collega desidera studiare medicina all'ambita università di Berlino. Ed è già sotto stress. Valgono i voti riportati durante gli anni al liceo, e il risultato dell'Abitur, la maturità, e se non avrà almeno la media di 1,1 sarà costretto a emigrare in qualche ateneo di provincia. Oltre il 2, dovrà rinunciare alle sue ambizioni, o tentare la fortuna in Italia, come fanno molti ragazzi tedeschi. Per entrare in giurisprudenza basta una media tra 1'1,6 e il 2,2, a seconda delle Università. Da ricordare che qui i voti vanno da uno, che equivale al nostro dieci, a cinque. Basta prendere una mediocre sufficienza in inglese o in latino per rovinare una media di eccellenza. Ingiusto, sbagliato, ma sempre più logico di un test per una folla che riempirebbe lo stadio di San Siro. Poi, solo il 20% dei posti viene assegnato in base al voto di maturità. Per gli altri esistono Wartesemester, semestri in lista di attesa. Possono studiare e dimostrare le loro qualità per venire ripescati. Per esempio, gli aspiranti medici possono nel frattempo diventare infermieri. Il metodo tedesco non è perfetto. La scuola è selezionatrice, e già dopo le elementari un bambino può venire dirottato su una scuola tecnica, o nel limbo di una Hochschule, e solo in teoria grazie a corsi di recupero (quasi sempre costosi) potrà anni dopo entrare all'università. Sconta per la vita una crisi momentanea, magari provocata da un trasloco, o dalla separazione dei genitori. Discriminati anche i figli degli stranieri che, ovviamente, non parlano un buon tedesco. ll sistema spiega il basso numero di fuoricorso. Chi entra in una facoltà, sia pure umanistica, è fortemente motivato. Per laurearsi in legge occorrono 8 semestri, ma la media è di una decina, tollerata dai professori. Impiegare più tempo, senza esagerare, non è neanche un handicap per trovare lavoro. In ingegneria si dovrebbe studiare per dieci semestri, ma almeno il 30% ne impiega tredici o quattordici.
(Fonte: R. Giardina, ItaliaOggi 06-09-2012)