Home 2012 23 Agosto RECLUTAMENTO. PREVISIONI PESSIMISTICHE
RECLUTAMENTO. PREVISIONI PESSIMISTICHE PDF Stampa E-mail

Nei prossimi anni potrà prendere servizio un numero irrisorio di docenti e, soprattutto, di professori ordinari. Anche perché ci sono ancora circa 800 idonei alla seconda fascia e 475 idonei alla prima fascia dei concorsi banditi nel 2008 da assorbire: le prospettive di assunzione dei futuri abilitati, insomma, sono praticamente uguali a zero. A mettere la ciliegina sulla torta è quindi intervenuto il decreto sulla spending review che all’articolo 14 comma 1 prevede che le università «per il triennio 2012-2014» non possano comunque superare il 20% del turnover dell’anno precedente nelle assunzioni di personale. Il 20% di turnover non va, infatti, considerato in termini aritmetici, ma sulla base di una serie di indicatori (i famigerati Punti Organico) fissati da una circolare ministeriale di qualche anno fa. Questo sistema equipara, di fatto, la spesa in uscita per un ordinario, con magari trent’anni di carriera alle spalle, a quella necessaria ad assumere un neo-straordinario, magari con pochi anni di insegnamento: se poi si tiene conto della necessità di assumere per ogni nuovo straordinario anche un ricercatore di tipo b, il risultato è presto detto. Nessuna sede avrà più convenienza a investire in personale di prima fascia. Il contesto macro-universitario in cui tali norme sono calate e in cui partiranno (?) le abilitazioni, aspettate da lungo tempo da molti studiosi, è dei più foschi. Il personale docente a tempo indeterminato delle università statali è sceso nel 2010 a 55.541 unità (v. tabella dati Corte dei conti), cioè praticamente al livello di dieci anni prima. Quanto a rapporto tra docenti e studenti, poi, l’Italia è quint’ultima nella classifica dei Paesi più sviluppati (OCSE Education at a Glance 2011, p. 397). Poiché concorsi di prima e seconda fascia non se ne fanno più da anni, il tempo è tiranno e gli ordinari vanno in pensione (-20 % di docenti nel ruolo tra 2007 e 2010), se l’attuale modello di affamamento della bestia accademica continuerà, entro breve gli ordinari superstiti si troveranno con una serie considerevole di cariche accademiche da ricoprire, grazie anche ad alcune tendenze rafforzate dalla L. 240/2010. Per non parlare del sistema di valutazione e reclutamento, ormai centrato solamente su di essi. Nella nuova, ristabilita, aguzza piramide del corpo universitario, gli ordinari, cioè, si ritroveranno paradossalmente con un potere per certi versi più grande dei tanto vituperati “baroni” di una volta. Il tentativo esperito dal ministro Profumo di bloccare le abilitazioni fino a tutto il 2014 con il cosiddetto “decreto sul merito”, naufragato qualche settimana fa e motivato dalla paura ministeriale che con le attuali regole ci possano essere 10 mila nuovi abilitati, è stato raggiunto per altra strada. Le abilitazioni partiranno ma le università non avranno fino a tutto il 2014 i fondi per assumere quasi nessuno. La presenza poi in molte sedi degli idonei nei concorsi del 2008 renderà la competizione locale simile ad un “banchetto tra antropofagi”, con la reale prospettiva che non sopravviva il migliore ma solamente il più forte o vorace.
(Fonte: A. Zannini, roars 18-07-2012)