Home 2012 23 Agosto STUDENTI FUORI CORSO. CAUSE E RIMEDI
STUDENTI FUORI CORSO. CAUSE E RIMEDI PDF Stampa E-mail

De Maio, pensa che sia corretto alzare le tasse per gli studenti fuori corso come è stato ipotizzato dal ministro Profumo? “Innanzitutto, va sottolineato che la presenza di studenti fuori corso è una peculiarità solo italiana. Non esiste nessun altro sistema scolastico europeo che presenti una simile stortura.”. Secondo lei qual è la causa? “Il nostro sistema presenta troppi appelli: se venissero ridotti lo studente sarebbe obbligato a sostenere esami nei tempi previsti. Non sarebbe più possibile tirare troppo per le lunghe. Il risultato sarebbe immediato: al massimo in due anni si esaurirebbero le possibilità di poter dare esami e quindi si sarebbe obbligati a porre fine al corso di studi.”. Il sistema universitario, quindi, non è in questo senso incentivante? “Assolutamente no. Gli esami vengono sostenuti a piacere dallo studente, non esiste alcun obbligo di modalità o di tempo. E' un circolo vizioso per cui chi è rimasto indietro con gli esami non segue le lezioni necessarie per prepararne altri. Fare un discorso basato sull'innalzamento delle tasse non serve a nulla. Occorre cambiare radicalmente tutto il sistema.”. Come lo rivoluzionerebbe? “Prendendo esempio su alcuni punti dai licei: avviare una prima sessione durante l'anno, una suppletiva a settembre per chi non è riuscito a passare la prima, un po' come viene fatto per le scuole superiori. Chi non ha superato né l'una né l'altra è costretto a ripetere l'intero anno. Se entro due anni non si è a pari con gli esami si viene automaticamente espulsi.”. Un metodo piuttosto severo... ”Affatto. Per quale motivo queste regole vengono applicate alle scuole superiori e non possono essere contemplate durante gli anni universitari?”
(Fonte: intervista a Adriano De Maio, ex rettore del Politecnico di Milano, 15-07-2012)