Home 2012 16 Luglio RIORGANIZZZAZIONE DELLE STRUTTURE. COME SI ATTREZZANO GLI ATENEI
RIORGANIZZZAZIONE DELLE STRUTTURE. COME SI ATTREZZANO GLI ATENEI PDF Stampa E-mail
Una sfida che le università stanno affrontando è quella della riorganizzazione prevista dalla riforma Gelmini, che, di fatto, cancella le facoltà, e trasferisce la responsabilità didattica ai dipartimenti. «Al di là della drasticità della riforma che cancella del tutto le facoltà, il problema sta nel fatto che la sua attuazione procede a macchia di leopardo — sottolinea Zaccaria dell’Università di Padova — circostanza rende meno omogeneo il panorama universitario italiano». In effetti, dalle indicazioni degli atenei intervistati emerge un quadro differenziato, non solo sul piano del completamento della riorganizzazione, ma anche su quello delle scelte organizzative, con alcuni atenei che prevedono un maggior ricorso alle scuole, che sostituiscono, di fatto, le facoltà. Per esempio l’ateneo ferrarese prevede una sola scuola, ed un numero limitato di dipartimenti (12), mentre l’Università di Padova potrà contare su 32 dipartimenti, ed un numero di scuole (ancora da costituire), che si aggirerà intorno alle 8-9 unità. Se da una parte l’Università di Palermo ha da poco presentato il proprio statuto al Ministero, premessa per la riorganizzazione, l’Università di Ferrara è ormai pronta con il nuovo assetto, come chiarisce il rettore Nappi: «Il 1° settembre di questo anno completeremo il passaggio alla nuova organizzazione, per cui dal prossimo anno accademico gli studenti che si immatricoleranno avranno come riferimento il corso di laurea ed il dipartimento che lo organizza». A buon punto si trovano le Università di Padova e di Roma 3: «Dopo la pubblicazione del nostro statuto in Gazzetta ufficiale — sottolinea Morganti di Roma 3 — stiamo lavorando per passare da 8 facoltà e 32 dipartimenti ad una struttura basata su 12 dipartimenti e 3 scuole, queste ultime in sostituzione delle facoltà di Economia, di Matematica, Fisica e Scienze, e di Lettere e Filosofia, mentre le altre facoltà verranno rimpiazzate dai dipartimenti».
(Fonte: M. Di Pace, La Repubblica 01-07-2012)