Home 2012 25 Giugno STUDENTI. AUMENTO DELLE TASSE D’ISCRIZIONE ASSOCIATA ALLA CORRESPONSIONE DI PRESTITI D’ONORE
STUDENTI. AUMENTO DELLE TASSE D’ISCRIZIONE ASSOCIATA ALLA CORRESPONSIONE DI PRESTITI D’ONORE PDF Stampa E-mail
Il sen. Pietro Ichino nella forma di un’interrogazione parlamentare ha presentato una proposta sul possibile aumento del finanziamento dell’università ottenuto mediante aumento delle tasse di iscrizione associata alla corresponsione di prestiti d’onore agli studenti. La proposta del sen. Ichino si sviluppa sulla linea seguente: si dovrebbero aumentare drasticamente le tasse di iscrizione degli studenti, prevedendo al contempo un regime di prestiti agevolati da restituirsi “se e quando” lo studente, conseguita la laurea, trova lavoro. A me sembra che il prestito agevolato per gli studenti meritevoli ma privi di mezzi sia una iniziativa utile, ma non sia lo strumento adatto per agevolare l’accesso all’università agli studenti meno abbienti: in primo luogo perché un aumento delle tasse di iscrizione, anche se associato alla possibilità di contrarre un prestito, costituirebbe di per sé un deterrente. In secondo luogo, il prestito per motivi di studio dovrebbe coprire non solo la tassa di iscrizione, ma anche e soprattutto gli “altri costi” che sono i più gravosi: il mancato guadagno di un figlio in età lavorativa, la necessità di mantenerlo, l’alloggio nel caso dei fuori sede etc. e risulterebbe quindi molto pesante nonostante l’agevolazione. Sarebbe quindi ragionevole contrarre il prestito soltanto per chi si iscrive a quelle Facoltà che danno maggiori possibilità di inserimento lavorativo e guadagni più elevati: è facile calcolare che uno studente di Medicina e Chirurgia che avesse bisogno di 8-10.000 euro l’anno per i 6 anni di università potrebbe, una volta laureato, pagare una quota molto significativa del suo debito già con lo stipendio della specializzazione, quindi prima ancora di completare il suo percorso formativo. Una simile possibilità mancherebbe invece ad uno studente che si laureasse ad esempio in Lettere. Dunque il sistema dei prestiti, sebbene potenzialmente utile, non si presta ad essere generalizzato e costituisce un intervento selettivo, del quale beneficerebbero soltanto alcuni studenti. Infine l’ipotesi di Ichino del “se e quando” finirebbe per rendere i prestiti di studio costosi per l’erario o per le università, che dovrebbero rimborsarli se lo studente abbandona gli studi (la percentuale degli abbandoni in Italia supera il 30%): quindi non risolverebbe il problema per cui l’università grava su tutti i contribuenti, inclusi i meno abbienti.
(Fonte: A. Bellelli, FQ 13-06-2012)