Home 2012 12 Giugno IL COSTO DELLA VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ DELLA RICERCA (VQR)
IL COSTO DELLA VALUTAZIONE DELLA QUALITÀ DELLA RICERCA (VQR) PDF Stampa E-mail

Gli autori di un articolo comparso nell’inserto Domenica del Sole 24 Ore del 3 giugno 2012 contestano una stima del costo della VQR, pubblicata ormai da oltre due mesi e largamente accettata nel dibattito in corso, e che finora nessuno aveva messo in discussione. Secondo tale stima, la VQR costerà circa 300 milioni di euro, mentre i due articolisti, membri dell’ANVUR, sostengono che sarà di circa 10 milioni, e cioè sostanzialmente il costo di funzionamento della loro Agenzia. Il punto è che questi ultimi ritengono che non debbano essere presi in considerazione i costi, erroneamente chiamati indiretti, che le università e gli enti di ricerca stanno sostenendo per fornire i dati della “produzione” scientifica, come pure che non si devono computare i costi di quell’enorme stuolo di revisori, circa 10.000, che dovranno valutare i “prodotti” della ricerca”. Nella stima si è ipotizzato che il costo giornaliero di 500 euro è quello medio che sosterranno l’università e gli enti pubblici di ricerca per i ricercatori “senior”. Se si volessero coinvolgere esperti di livello differente, e quindi meno costosi, il costo si ridurrebbe, ma rimarrebbe dello stesso ordine di grandezza. Se poi si calcola soltanto il costo diretto che sosterrà l’ANVUR come compenso per ciascuna valutazione, pari a 30 euro, si giunge ad una stima dell’ordine di 90 milioni, ben al di là dei 10 milioni. Va ricordato che il compenso lordo di 30 euro è al lordo delle tasse e implica rilevanti costi amministrativi; insomma compensare un professionista di alto livello con 30 euro lordi per un lavoro che in media lo impiegherà per due giorni appare un po’ poco.
Gli autori dell’articolo sostengono che “i revisori non sono distolti da attività produttive … e che la valutazione dei lavori scientifici fa parte dell’ordinaria attività dei ricercatori”. Ma non è scritto da nessuna parte che i ricercatori pubblici debbano fare i valutatori – in effetti alcuni docenti si sono rifiutati di fare i valutatori della VQR. Se un docente deve in media destinare due giorni per valutare un “prodotto”, in quei due giorni non farà lezione o non si occuperà degli studenti e qualcun altro dovrà sostituirlo. Se un ricercatore di un ente pubblico vuole fare il valutatore per un ministero o per un privato, deve chiedere l’autorizzazione e deve recuperare il tempo dedicato a tale attività. L’analogo esercizio di valutazione svolto nel Regno Unito è costato 100 milioni di sterline. Sarebbe comunque interessante conoscere l’opinione della Corte dei conti sul costo effettivo della VQR e sul rapporto costi benefici che, per quanto si sa, nessuno ha fatto prima di imbarcarsi in questa mastodontica impresa.
(Fonte: G. Sirilli, roars 06-06-2012)