VALUTAZIONE DELLA RICERCA. LA CONSIDERAZIONE DEI DATI |
Sarebbe bello che anche in Italia si cominciasse a capire che i dati sono importanti. Che da dati cattivi si traggono cattive valutazioni. Che sulla cura dei dati si devono incentrare in una prima fase gli sforzi. Che la cura dei dati richiede molto tempo, riflessioni accurate e personale dedicato; l’attività di validazione dei docenti dovrebbe limitarsi solo al riconoscimento delle proprie pubblicazioni, ma la cura e la certificazione dei dati deve essere di chi li gestisce. • La misura dell’attività attestata dalle pubblicazioni non può essere meramente quantitativa. A tale scopo potrebbe essere posto un limite(per esempio non più dell’equivalente di tre lavori a nome singolo in un anno) ai lavori pubblicati oltre il quale sono introdotti coefficienti di penalizzazione. • Dovrebbe essere penalizzata anche la ripetizione delle pubblicazioni in più sedi e con diversi autori, a meno che l’autore dichiari esplicitamente che un lavoro è la ripetizione di un altro con la dicitura bis, tris, etc. • Il giudizio sul candidato va formulato solo con considerazioni che attengano al merito della produzione. La produttività misurata in forma quantitativa deve costituire solo un’attestazione di operosità nei termini specificati al punto precedente. Tale caratteristica deve costituire una condizione necessaria ma non sufficiente. • Il candidato dovrà documentare che una parte significativa della sua attività sia attinente a tematiche tecnico-professionali proprie della disciplina che devono essere state affrontate con il dovuto rigore scientifico-metodologico. |