Home 2012 12 Maggio RICERCA. SE IL FINANZIAMENTO È PUBBLICO ANCHE IL RISULTATO DELLA RICERCA DOVREBBE ESSERE PUBBLICO?
RICERCA. SE IL FINANZIAMENTO È PUBBLICO ANCHE IL RISULTATO DELLA RICERCA DOVREBBE ESSERE PUBBLICO? PDF Stampa E-mail

Nel mondo anglosassone, da qualche tempo, si discute del sistema con il quale sono pubblicati i risultati della ricerca scientifica. Attualmente, in questo settore, prevalgono le pubblicazioni realizzate da imprese orientate al profitto e le cui riviste sono molto costose. Ne risulta un paradosso: anche quando il finanziamento dell'attività scientifica è basato su risorse pubbliche o comunitarie, il risultato è privato e genera profitti privati oltre che ulteriori costi pubblici per l'approvvigionamento di riviste da parte delle biblioteche e delle università.
L'Economist ha preso posizione con un articolo intitolato Open sesame nel quale il settimanale sostiene che se il finanziamento è pubblico dovrebbe essere pubblico anche il risultato della ricerca. Harvard si sta orientando verso le pubblicazioni aperte e gratuite (Guardian). Il consenso intorno a questo ragionamento appare in crescita. Naturalmente non è tutto semplice. Alice Bell è fondamentalmente d'accordo, anche se dice che l'apertura delle pubblicazioni si deve accompagnare a un sistema educativo e selettivo più chiaro, trasparente e inclusivo. È un dibattito di enorme importanza. Che avviene proprio mentre il sistema della ricerca italiano si riorganizza per valutare i propri risultati in modo rinnovato, ispirandosi probabilmente all'esperienza anglosassone e facendo conto soprattutto, appunto, sulle pubblicazioni in riviste scientifiche. Il dibattito che riguarda le pubblicazioni scientifiche aperte nel mondo anglosassone dovrebbe dunque contaminare in fretta anche il dibattito sulla valutazione della ricerca in Italia, altrimenti si rischia di mettere in piedi un sistema che nasce già con qualche elemento di obsolescenza.
(Fonte: L. De Biase, blog.debiase.com 01-05-2012)