Home 2012 12 Aprile RECLUTAMENTO. CHIAMATE DIRETTE
RECLUTAMENTO. CHIAMATE DIRETTE PDF Stampa E-mail
Il CUN ha  sempre considerato positivamente l’istituto delle chiamate dirette, in quanto  consente di immettere nel corpo docente colleghi provenienti dall’estero o da altre realtà  scientifiche e realmente intenzionati a contribuire alla crescita del nostro sistema universitario. Purtroppo questo non é sempre avvenuto in passato e troppo spesso la chiamata diretta é diventata un sistema anomalo di reclutamento parallelo. Oggi la normativa é ancora più complessa, per certi versi più confusa. Il CUN ha segnalato, con una  mozione e con altri atti, anche miei quale Presidente, una serie di criticità connesse alla formulazione attuale della disposizione, frutto di ben tre interventi legislativi succedutisi nel tempo. Devo premettere che il CUN, dopo la l. n. 240, non è più competente a esprimere un parere in merito. Non comprendiamo neppure se sia possibile effettuare, in sede CUN, un’istruttoria delle proposte, volta quanto meno ad accertare l’esistenza dei presupposti che legittimano il ricorso alla chiamata diretta. Al CUN compete solo la nomina della commissione dei tre ordinari che esprimerà il parere. Il rischio evidente, e immediato, è che situazioni uguali siano oggetto di trattamenti differenti, con commissioni, prive di linee guida e di un filtro tecnico, che interpretino in modo diverso anche i presupposti che autorizzano la chiamata diretta. Anche questo è stato oggetto di nostre segnalazioni, tramite mozione, perché si proceda con urgenza a  ridefinire i profili procedurali e a chiarire l’ambito soggettivo e oggettivo di applicazione dell’istituto, perché sia amministrato con consapevolezza d’insieme e perché, soprattutto, non si traduca in un’elusione delle norme che regolano le procedure ordinarie di reclutamento. Il che sarebbe gravissimo. I numeri d’altro canto sono significativi: ormai siamo oltre le cento proposte di chiamata diretta in pochi mesi. Purtroppo, ad oggi, nulla è accaduto, tanto che abbiamo ritenuto di “arrangiarci”, se mi si consente l’espressione, con la nomina delle commissioni con “riserva” segnalando contestualmente le principali anomalie che, a nostro giudizio, ostano in alcuni casi all’applicazione dell’istituto. Questo anche nell’intento di fornire un supporto alle commissioni che esamineranno le diverse proposte. Molte anomalie le abbiamo indicate nella nostra mozione, non vorrei scendere troppo sul tecnico. Posso  ricordare alcune incertezze: per la fattispecie basata su un programma di ricerca finanziato si verifica il caso in cui il programma di ricerca indicato non è chiaramente riconducibile a quelli previsti dal decreto 1 luglio 2011, oppure  quello in cui il programma di ricerca è compreso nel decreto 1 luglio 2011, ma non lo è il ruolo dello studioso in quel particolare programma o non é chiara la grande rilevanza del programma. Peraltro sicuramente più grave é la situazione in cui la chiamata diretta diventa strumento per il  trasferimento di un docente già in ruolo ad altro Ateneo (anche modificandone il SSD) o in cui  si configura come progressione di carriera di personale  già in ruolo, quasi a diventare  canale alternativo all’abilitazione nazionale. Il CUN ha rilevato altresì  la necessità di riesaminare con particolare sollecitudine il caso delle chiamate dirette di ricercatori universitari a tempo determinato, vincitori dei programmi di ricerca FIRB, Futuro in ricerca. Il bando 2012, infatti, e il connesso regolamento attuativo prefigurano che i vincitori di un progetto Futuro in ricerca, i coordinatori di progetto o i responsabili di unità di ricerca siano inquadrabili dalle Università solo nel ruolo di ricercatore a tempo determinato con fondi esplicitamente previsti a tal fine dal progetto di ricerca. Non si vede pertanto la necessità e l’opportunità di un’ulteriore valutazione quale quella prevista dalla normativa relativa alla chiamata diretta. In relazione a questa specifica fattispecie, l’amministrazione MIUR ha dimostrato maggiore sensibilità e stiamo collaborando all’elaborazione di una norma che consenta di evitare questa ulteriore anomalia.
(Fonte: A. Lenzi, http://www.roars.it/online/?p=6344 26-03-2012)