Home 2012 12 Aprile ADOZIONE DEI NUOVI STATUTI E DECADENZA DEI RETTORI
ADOZIONE DEI NUOVI STATUTI E DECADENZA DEI RETTORI PDF Stampa E-mail
La fase "operativa" della riforma Gelmini è stata giocata all'insegna del ritmo, ma tanta corsa si è fermata sulle soglie degli uffici più autorevoli e compassati di ogni ateneo: quelli dei rettori. In pratica, la legge 240/2010, varata ormai un anno e mezzo fa, prevede che i rettori degli atenei pubblici possano rimanere in carica per un mandato unico di sei anni, non rinnovabile. È una rivoluzione rispetto ai rinnovamenti "a piacere" previsti fino a ieri, che avevano permesso a qualche università di mantenere la stessa persona alla guida per più di un quarto di secolo, e ha bisogno di una transizione morbida. Per percorrerla, la riforma ha fissato la decadenza dei rettori da troppo tempo in carica nell'anno successivo, appunto, all'adozione dei nuovi Statuti. Ma qual è l'«adozione» che fa scattare la tagliola? Nelle università si è scatenato un elevatissimo dibattito esegetico intorno al concetto di «adozione», che ora sta trovando nelle indicazioni ministeriali la risposta preferita dai rettori che gradiscono allungare la loro permanenza in sella. Per ottenere una "proroga della proroga", più di un ateneo ha pensato che a far partire i termini non sia il momento dell'approvazione dello Statuto da parte dell'ateneo ma quello, ovviamente successivo, del via libera del Governo o della pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale». Con calma, insomma, visto che dei 67 poli statali, a cui si applicano direttamente le nuove regole, solo 33 sono riusciti in questi 15 mesi a far tagliare il traguardo definitivo ai loro nuovi statuti. Sono 17 (su 67) i rettori con incarico esaurito nel 2011.
(Fonte: G. Trovati, IlSole24Ore 02-04-2012)