Home 2012 12 Aprile STATUTI. CDA A PIACERE
STATUTI. CDA A PIACERE PDF Stampa E-mail
Alcune università, (ultima Firenze, ma prima anche Genova, Pisa e Padova) hanno deciso di varare definitivamente le proprie «leggi fondamentali» in barba a quanto stabilito dalla riforma e passando sopra ai rilievi ministeriali. La questione non è di poco conto: la legge votata dal Parlamento nel dicembre di due anni fa stabiliva che i consigli di amministrazione fossero organismi operativi ed efficienti, aperti anche a una componente esterna qualificata, capaci di affiancare i rettori, dei quali si rafforzava il ruolo manageriale. Consigli i cui membri, si stabiliva al comma «i» dell'articolo 2, dovevano essere «nominati o scelti», lasciando agli statuti stabilire come. La riforma voleva sottrarre i CDA alla consueta fiera elettorale suddivisa per categorie (ordinari, associati, ricercatori, tecnici), di do ut des baronali, di compensazioni accademiche. Ma su quel comma s'è scatenata la furia leguleia di molte università che hanno sollecitato i principi dei fori (amministrativi), magari in cattedra in questo o quel dipartimento, ad analizzare la debolezza di quel testo di legge e, forti di cotanti pareri, hanno fatto gli statuti come più gli aggradava, vale a dire ripristinando le elezioni e le componenti.
(Fonte: G. Pistelli, ItaliaOggi 04-04-2012)