Home 2012 18 Marzo LAUREE. VALORE LEGALE DELLA LAUREA. PARTE IL 22 MARZO LA CONSULTAZIONE PUBBLICA
LAUREE. VALORE LEGALE DELLA LAUREA. PARTE IL 22 MARZO LA CONSULTAZIONE PUBBLICA PDF Stampa E-mail

La consultazione pubblica online sul valore legale della laurea inizierà giovedì 22 marzo 2012. Da quella data, collegandosi al sito web del Ministero dell’istruzione si potrà accedere a una pagina dedicata, dove sarà messo a disposizione un documento di base, una sorta di piattaforma sulla quale innescare la discussione se abolire o no il valore legale del titolo di studio. La consultazione pubblica attraverso internet durerà circa 20 giorni. Per partecipare alla discussione e dire la propria opinione, sarà obbligatoria la registrazione per evitare il rischio di votare più volte.
Quello che per ora pare certo è che non sarà predisposto un semplice quesito ‘Sì-No’, per non trasformare la questione del valore legale della laurea in una sorta di referendum.
Le questioni in discussione relative al valore legale della laurea riguardano fondamentalmente le seguenti proposte:
- l’eliminazione della tipologia di laurea come vincolo nei concorsi pubblici;
- l’eliminazione del valore del voto di laurea nei concorsi pubblici;
- la differenziazione del titolo di studio secondo la qualità delle facoltà e Università di provenienza;
- l’eliminazione o la riduzione del peso della laurea nei concorsi pubblici;
La prima proposta prevede la possibilità di ammettere ai concorsi per la dirigenza pubblica tutti i tipi di laurea e non solo quelle appartenenti alle facoltà tradizionali quali giurisprudenza o scienze politiche, ad eccezione dei casi in cui siano richieste competenze tecniche specifiche.
Una scelta del genere consentirebbe da un lato, così come affermato da Pietro Manzini (de lavoce.info), di intercettare ‘saperi utili e diversificati’ e quindi di conferire maggiore valore e ‘ricchezza’ di apporti al sistema pubblico; dall’altro valorizzerebbe maggiormente capacità, competenze e conoscenze dimostrate dal candidato nel concorso, al di là del percorso di studi effettuato.
Per quanto riguarda invece il secondo punto, eliminazione del valore del titolo di studio significa sostanzialmente che un voto di 90/110 avrebbe lo stesso valore di un 110/110 e lode.
Obiettivi del Governo in questo senso sembrano essere sostanzialmente due: da un lato conferire maggiore importanza al valore reale (quindi alle reali capacità dei diversi candidati) rispetto alla “funzione burocratica”, in modo tale che solo i soggetti realmente capaci possano accedere alla carriera negli apparati statali; dall’altro (e qui ci colleghiamo al terzo punto) considerare come maggiormente importante la qualità dell’insegnamento, e più in generale dei servizi offerti dalle Università, piuttosto che il voto in sé. Oggi, infatti, i titoli di studio rilasciati da qualsiasi delle numerose Università presenti sul territorio italiano hanno lo stesso identico peso e valore nelle selezioni per gli impieghi pubblici.
(Fonte: S. Ivaldi, you-ng.it 05-03-2012)