Home 2012 18 Marzo SECONDO L’UE IL 3+2 (PROCESSO DI BOLOGNA) VA RAFFORZATO
SECONDO L’UE IL 3+2 (PROCESSO DI BOLOGNA) VA RAFFORZATO PDF Stampa E-mail
Se in Italia ha acquistato peso il partito dei contrari alla nuova laurea formata da 3 anni di studi generali più altri due di studi specialistici introdotta nel 1980, l'Europa non ha dubbi: non si torna indietro, la riforma delle lauree è irreversibile. Il Parlamento europeo ha approvato il 13-03-2012 la risoluzione che rilancia, con nuovi indirizzi, il cosiddetto Processo di Bologna. Ovvero la riforma universitaria europea (in Italia detta 3+2) alla quale aderiscono 47 Paesi. “Con il voto di oggi il Parlamento europeo ha stabilito – ha dichiararto l’europarlamentare Luigi Berlinguer – l’irreversibilità del processo e attivato percorsi concreti per valorizzarlo. L’obiettivo fondamentale è quello di assicurare ad ogni studente che si iscrive in un ateneo dei Paesi aderenti la validità in tutta Europa dei titoli di laurea conseguiti. Dal voto di oggi dell’europarlamento – ha concluso l’ex ministro dell’università – l’Unione europea comincia a superare un enorme paradosso, quello di avere una moneta unica ma non una laurea valida ovunque”. Il testo è molto chiaro e aveva già ottenuto il via libera della Commissione Cultura con il consenso di tutte le forze politiche. Ad approvazione avvenuta il partito degli scettici dovrà rassegnarsi: bisogna andare avanti con la formula del 3+2 e rafforzarla, adeguando i processi formativi come è scritto nella risoluzione. «Certo, anche l'Ue si rende conto che non tutto ha funzionato da quando si è deciso di adottare questo nuovo sistema - ammette Berlinguer -, è evidente che dei correttivi vanno previsti, ma nessuna inversione di tendenza, anzi, l'Ue chiede ai governi dei Paesi membri un maggiore impegno nel sostegno del 3+2 e invita la commissione esecutiva dell'Ue a prevedere incentivi alle Università che si attiveranno». L'Unione, infatti, metterà a disposizione nuovi fondi per i sistemi di istruzione di ogni Paese ma in cambio ogni Paese dovrà mettere in atto politiche per armonizzare il riconoscimento dei titoli di studio a livello europeo e quindi unificare ancora di più i percorsi universitari rafforzando il 3+2 e lavorando per un 3+2+n aggiungendo anche i master di specializzazione necessari per trovare lavoro in settori come la tecnologia, la ricerca scientifica.
(Fonte: F. Amabile, La Stampa 04-03-2012; laltrapagina.it 13-03-2012)