Home 2012 20 Febbraio RETRIBUZIONI DEI RICERCATORI A TEMPO DETERMINATO
RETRIBUZIONI DEI RICERCATORI A TEMPO DETERMINATO PDF Stampa E-mail

34.898,06 euro annui a tempo pieno e 25.317,88 euro annui a tempo definito (gli importi sono lordi). Questi sono i due trattamenti economici per i ricercatori a tempo determinato, così definiti dal decreto che rimodula e ridetermina le retribuzioni dei docenti universitari delle diverse fasce (ricercatori a tempo determinato e indeterminato, professori associati e professori ordinari). Si tratta di un provvedimento previsto dalla legge 240, all’articolo 8 comma 3. Mentre per i ricercatori e i professori attualmente in servizio a tempo indeterminato è comunque prevista una progressione, a cadenza triennale e non più biennale, per i RTD, siano essi di tipo A o di tipo B, non esiste alcuna progressione nel tempo. Quella cifra su indicata, 34.898,06 euro lordi, è destinata a essere la retribuzione, costante nel tempo, per tutti gli anni dei contratti come RTD. La cifra è identica a quella prevista per la classe 0 dei ricercatori universitari a tempo indeterminato secondo le nuove tabelle, e corrisponde allo stipendio di un ricercatore universitario «confermato», cioè dopo che sono trascorsi tre anni dalla vincita del concorso e dall’immissione in ruolo. I futuri RTD, assunti con contratto di diritto privato, saranno assunti per coprire i buchi della didattica lasciati da pensionamenti e da mancate progressioni, e messi di fronte alla prospettiva di un primo contratto di tipo A di tre anni, prolungabile di un biennio; poi, se particolarmente fortunati, o dotati, o entrambe le cose, potranno accedere a un contratto di tipo B per un altro triennio, al termine del quale potranno diventare professori associati per 45.346,37 euro lordi annui. Facendo due conti, il ricercatore a tempo determinato alfa, prototipo perfetto ideale, che percorre tutti gli step e affronta tutte le scadenze in tempo utile e senza pause (fa i due contratti e poi diventa professore associato) vedrà crescere la sua retribuzione, dopo otto anni, di 10.448,31 euro; in media 1.306 euro l’anno, se lo stipendio aumentasse ogni anno, ma sappiamo che così non è. Per otto anni avrà avuto lo stesso stipendio e poi sarà come se avesse maturato la bellezza del 3,74% annuo. Costante, non composto. Il tutto, ovviamente, senza considerare che questi effetti vi saranno solo se il nostro ricercatore alfa diventerà professore associato. Se invece non ce la fa, per un miliardo di motivi prevedibili e non prevedibili, avrà avuto il piacere di lavorare per un lustro e mezzo in costanza di retribuzione: più o meno 1.600 euro mensili netti, detratti imposte sul reddito e versamenti volontari INPS. Una cosa che riesce difficile immaginare possa avvenire in qualsiasi altro paese OCSE, dove comunque esistono sempre meccanismi di adeguamento al costo della vita e le retribuzioni difficilmente restano uguali a se stesse per quasi dieci anni, anche nell’università.
(Fonte: P. Graglia, http://coordinamentoprecariuniversita.wordpress.com 14-02-2012)