Home 2012 20 Febbraio RICERCA. L’IMPATTO DEGLI ATENEI STATALI ITALIANI SULLA COMUNITÀ SCIENTIFICA QUASI SEMPRE SUPERIORE ALLA MEDIA MONDIALE
RICERCA. L’IMPATTO DEGLI ATENEI STATALI ITALIANI SULLA COMUNITÀ SCIENTIFICA QUASI SEMPRE SUPERIORE ALLA MEDIA MONDIALE PDF Stampa E-mail
Aprendo un articolo pubblicato sul SCImago Lab Blog Science Analysis dal titolo “The research impact of National Higher education Systems”, si può vedere la figura seguente che riassume la distribuzione dell’impatto normalizzato degli atenei delle prime 50 nazioni, selezionate in base alla produzione scientifica.


La linea orizzontale indica un impatto normalizzato pari a uno, che per definizione è la media mondiale. Le barrette verticali sono i cosiddetti “boxplots” che riassumono la distribuzione degli impatti normalizzati degli atenei di ogni nazione. Come si può vedere, la barretta dell’Italia è quasi tutta al di sopra della linea unitaria. Infatti, tra i 58 atenei statali italiani che compaiono nella classifica SCImago, uno solo sta sotto la linea. Ciò significa che, una volta normalizzati gli effetti della dimensione e dei temi di ricerca, l’impatto degli atenei statali italiani sulla comunità scientifica è quasi sempre superiore alla media mondiale.
La classifica si basa su dati Scopus, uno dei database adottati dal VQR italiano. Nella classifica di SCImago ritroviamo 3 istituti speciali e 55 università statali, di cui una sola ha un impatto normalizzato inferiore alla media mondiale [l’Univ. del Molise]. Le uniche tre università statali che non entrano in classifica sono l’Orientale di Napoli, l’Università del Foro Italico di Roma e lo IUAV di Venezia, le cui dimensioni o i cui settori di ricerca giustificano la mancata inclusione in una classifica bibliometrica.
La spesa italiana per l’università, in proporzione al PIL, è 31-esima su 34 nazioni considerate, con un valore pari al 65% della media OCSE (OCSE Education at a Glance 2011, pag. 227). Peggio di noi solo Repubblica Slovacca, Ungheria e Brasile.
Pur potendo contare su risorse limitate, il risultato del sistema universitario statale italiano appare molto buono. Per essere ancora più precisi, dovremmo rapportare i risultati scientifici non alla spesa universitaria complessiva, ma alla sola spesa per ricerca e sviluppo nel settore accademico (Higher education Expenditure on R&D – HERD). Se interessa saperne di più sull’efficienza del sistema della ricerca italiana si dovrebbe leggere l’edizione 2011 dell’International Comparative Performance of the UK Research Base.

Alcuni grafici mostrano inoltre in modo chiaro che la ricerca universitaria italiana è più efficiente di quella francese, tedesca e giapponese sia come articoli prodotti sia come citazioni ricevute (v. figure di seguito).





Si può consultare anche “The Scientific Impact of Italy as measured by citations of scientific papers, compared to R&D expenditure”.
(Fonte: G. De Nicolao, http://www.roars.it 16-02-2012)