Home 2012 30 Gennaio RICERCA. VALUTAZIONE E RANKING DELLE RIVISTE GIURIDICHE
RICERCA. VALUTAZIONE E RANKING DELLE RIVISTE GIURIDICHE PDF Stampa E-mail

Negli scorsi mesi le associazioni scientifiche di area giuridica hanno lavorato per produrre una classificazione delle riviste giuridiche in fasce di merito, sulla base di criteri concordati nell’aprile 2011. Il lavoro si è interrotto nel dicembre dello scorso anno senza giungere alla redazione di un elenco che fosse il frutto di un vaglio definitivo. La versione provvisoria di questo elenco (unica disponibile ) comprende 324 riviste, di cui 155 sono classificate come A (47,84%), 79 in B (24,38%) e 90 in C (27,78%). Le riviste non incluse nell’elenco sono automaticamente collocate in D, ma la mancanza di valori numerici associati a quest’ultima fascia, come pure l’elevata proporzione di riviste collocate in A segnala l’incompletezza del lavoro svolto, e l’impossibilità allo stato attuale di utilizzarlo come strumento operativo.
E’ essenziale (in linea comparativa) ricordare che la valutazione pubblica della ricerca condotta nel Regno Unito per il settore del diritto rigetta il ricorso al ranking delle riviste come criterio di valutazione della qualità dei prodotti della ricerca per quanto riguarda il diritto (Research Excellence Framework, para. 65: “No sub-panel within Main Panel C will use journal impact factors or any hierarchy of journals in their assessment of outputs.”- Il Panel in questione comprende l’area del diritto, il documento citato è al momento sottoposto a a consultazione, ma riflette una meditata presa di posizione, che è già stata adottata in passato). Pertanto, nel Regno Unito ogni prodotto della ricerca giuridica è valutato autonomamente, attraverso il giudizio espresso da due esperti nominati panel di area, senza dare automatico rilievo alla collocazione editoriale.
Per l’area delle scienze giuridiche è poi da vagliare criticamente l’idea secondo cui vi possa essere qualità solo se la rivista in questione adotta procedure di peer review. Com’è noto, i periodici che sono ai vertici dei quattro principali sistemi di classificazione delle riviste in uso negli Stati Uniti non fanno ricorso alla peer review. Si tratta infatti di pubblicazioni curate dagli studenti delle rispettive law school. Sono periodici noti a livello mondiale, come la Harvard Law Review o il Yale Law Journal. Queste riviste lasciano interamente al board editoriale composto dai più brillanti studenti, il compito di stabilire se un certo articolo sarà pubblicato o rigettato, aspetto che non ha mancato di attrarre l’attenzione di qualche osservatore europeo.
In Europa, numerose riviste di eccellenza per il settore del diritto, non dichiarano in termini precisi quali criteri adottano per decidere se un certo articolo scientifico sarà accettato o respinto, e non pongono l’accento sulla peer review.
(Fonte: M. Graziadei, roars 26-01-2012)