Home 2012 30 Gennaio BENE LA DEMOCRAZIA NEL SISTEMA ACCADEMICO, MA NON UN VOTIFICIO INESAURIBILE
BENE LA DEMOCRAZIA NEL SISTEMA ACCADEMICO, MA NON UN VOTIFICIO INESAURIBILE PDF Stampa E-mail
Faccio molta fatica a spiegare i meccanismi elettorali del nostro sistema accademico ai colleghi stranieri, o almeno a quelli che vivono nei paesi con le Università più avanzate sotto il profilo scientifico e didattico. Negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, per esempio, tutti i docenti devono fare a turno il Direttore di Dipartimento o il Preside di Facoltà, cariche percepite come un peso perché tolgono tempo a ricerca e insegnamento. Ancora più chiara la situazione del Rettore, che nel mondo anglosassone viene di solito chiamato “President”. Esiste una carriera parallela per docenti che scoprono di amare il lavoro burocratico e amministrativo. Chiunque la intraprenda deve letteralmente “studiare” materie amministrative e giuridiche, dimostrando poi di avere i titoli giusti per gestire un sistema complesso. Quando un President scade o si dimette viene bandito un concorso riservato a persone che possiedono i titoli dianzi citati. La scelta spetta a un comitato (board) che non è composto da docenti. Ecco perché in quel caso è difficile che un ateneo fallisca: è gestito con criteri manageriali. E, se fallisce, nessuno pensa di salvarlo tappando i buchi con il denaro pubblico. Inutile dire che in Italia un sistema simile è tacciato di mancanza di democraticità da parte di politici (accademici) e sindacalisti. Ma – mi chiedo – è veramente democratico costringere i docenti universitari a una serie infinita di primarie, campagne elettorali, riunioni burocratiche di ogni sorta? E, se sì, cosa intendiamo per “democrazia”? Non stiamo forse scordando che l’Università è nata per essere una communitas di professori e studenti, in cui i primi hanno il compito essenziale di impartire ai secondi un’educazione di carattere superiore? A mio avviso la risposta è automatica, e duole costatare che in Italia si procede nella direzione opposta.
(Fonte: M. Marsonet, www.loccidentale.it 23-01-2012)