Home 2012 30 Gennaio UNO STUDIO DELLA FONDAZIONE AGNELLI SU LUCI E OMBRE DELLA RIFORMA
UNO STUDIO DELLA FONDAZIONE AGNELLI SU LUCI E OMBRE DELLA RIFORMA PDF Stampa E-mail
A oltre 10 anni dalla cosiddetta riforma del "3+2" che ha introdotto in Italia la laurea "breve", triennale, seguita da un eventuale biennio di specializzazione, si è allargata la base sociale dei laureati ma negli ultimi anni sono calate anche le immatricolazioni. Lo dice uno studio della Fondazione Agnelli sui "nuovi laureati". Dallo studio - pubblicato da Laterza (vedi Rubrica LIBRI) - risulta che i laureati della "nuova università" trovano lavori più precari e meno pagati rispetto al passato. E l'Italia resta comunque indietro rispetto ad altri paesi occidentali per il numero di adulti in possesso di una laurea. Mentre cala il numero delle "matricole", però aumenta in termini relativi il numero dei docenti, gli atenei continuano a non specializzarsi (tutti, in pratica, offrono corsi di giurisprudenza, economia, lettere, scienze politiche...) e in molte università la maggioranza degli studenti dopo il triennio continuano a studiare. Spesso perché per alcune materie proseguire è quasi obbligatorio, dice la Fondazione. Come dire che si tratta di "falsi" 3+2. I ricercatori non si limitano però a vagliare "le luci e le ombre della riforma” (cui dal 2011 si è aggiunta poi la riforma Gelmini, i cui effetti però non è ancora possibile analizzare). Avanzano anche delle proposte, ricordando che resta l'obiettivo fondamentale, quello di portare - dall'attuale 19% - almeno al 40% la percentuale di laureati sulla popolazione "giovane" entro il 2020.
(Fonte: Reuters 23-01-2012)