Home 2012 10 Gennaio RICERCA. LA CONCENTRAZIONE DELLE ECCELLENZE
RICERCA. LA CONCENTRAZIONE DELLE ECCELLENZE PDF Stampa E-mail
La futura procedura per l’assegnazione dei fondi per la ricerca di base presenta non pochi limiti: per poter essere ammessi al finanziamento bisogna che i progetti prevedano la collaborazione di almeno cinque "unità di ricerca", ovvero di cinque distinti gruppi di ricercatori che appartengono a diversi dipartimenti. In questo modo non si fa altro che scoraggiare le iniziative dei piccoli gruppi di ricerca. Il Ministro dell’istruzione Francesco Profumo afferma che tale prassi ha lo scopo di spingere i singoli atenei alla collaborazione in vista di progetti di più ampio respiro così da elevare da un lato la qualità media della ricerca italiana e dall’altro scoraggiare le singole eccellenze. Il problema centrale riguarda proprio quest’ultimo punto: la maggior parte della ricerca italiana attuale si basa proprio sulle eccellenze, ovvero su piccoli gruppi di ricerca che tuttavia, allo stato attuale, non solo restano inadeguatamente sostenute ma, soprattutto, sono geograficamente dislocate tra loro, cosa quest’ultima che non consente di generare una massa critica adeguata.
Basta un piccolo calcolo per comprendere l’entità del problema: nel 2005, in Italia su 51 progetti finanziati in ambito economico sono risultate vincitrici 54 università: in poche parole quasi tutte le Università. La dislocazione delle sedi universitarie porta non poche conseguenze: è sufficiente pensare che un ricercatore di talento, se venisse circondato da colleghi adeguatamente selezionati, lavorerebbe di gran lunga meglio e i risultati sarebbero sicuramente migliori. Dunque la concentrazione delle eccellenze è uno dei primi passi da compiere per raggiungere un livello elevato nella ricerca.
(Fonte: G. Iervolino, www.controcampus.it 14-12-2011)