Home 2012 10 Gennaio RICERCA. LA SELEZIONE DEI GRUPPI DI ESPERTI DELLA VALUTAZIONE (GEV)
RICERCA. LA SELEZIONE DEI GRUPPI DI ESPERTI DELLA VALUTAZIONE (GEV) PDF Stampa E-mail
L’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca ha da poco dato il via al processo di valutazione della ricerca che coinvolgerà tutte le istituzioni di ricerca nei prossimi due anni. Il ruolo chiave nelle procedure di valutazione è assegnato ai gruppi di esperti della valutazione (Gev) che avranno il delicato compito di definire i criteri e gestire direttamente la valutazione dei singoli prodotti di ricerca. Chi sceglie gli esperti della valutazione e con che criteri? Come spiega Alberto Baccini, la procedura di selezione non è del tutto trasparente e “soprattutto non offre sufficienti garanzie sul fatto che i Gev non siano preda di gruppi accademici in grado di controllare i risultati della valutazione. Purtroppo, nell’accademia italiana non è remoto il pericolo che gruppi di accademici si coalizzino per pilotare concorsi, chiamate e l’esito delle procedure per l’attribuzione di fondi di ricerca.” Per vedere se questo è il caso per quel che riguarda i membri del Gev di Scienze economiche e statistiche, un’area disciplinare particolarmente delicata, perché la tensione e le polemiche tra approcci diversi alla ricerca sono stati molto forti, Baccini ha fatto un’analisi di rete sociale verificando la vicinanza/distanza tra i membri del Gev attraverso il coautoraggio di pubblicazioni scientifiche. Il risultato è che “nel Gev sono presenti complessivamente 9 membri (45%) che hanno firmato insieme uno o più articoli; e 12 membri (60%) hanno lavorato con almeno un coautore comune esterno al Gev. Quindi il 75% dei membri è a distanza 2 o inferiore da un altro membro del Gev. Sono solo 5 (25%) i membri che non hanno coautori nel gruppo.”. Al contrario, l’analisi di un analogo gruppo operante per l’agenzia di valutazione inglese mostra che “sono appena 3 i membri del panel che hanno scritto almeno un articolo insieme (18% contro 45% italiano); i membri del panel che non hanno coautori interni sono il 35% contro il 22% del Gev. Questi ultimi hanno affiliazioni diverse tra loro e dagli altri membri. E, si badi bene, il panel britannico non prevede membri esteri”. Baccini conclude scrivendo: “Il Gev italiano appare, per così dire, strutturalmente diverso rispetto al modello britannico. E’ auspicabile che il consiglio direttivo dell’ANVUR intervenga opportunamente.” Certamente è auspicabile che l’ANVUR, che sta ricevendo una serie di critiche argomentate, motivate e niente affatto strumentali, intervenga per correggere una questione così importante e delicata, per non giocarsi in partenza la propria credibilità.
(Fonte: F. Sylos Labini, Il Fatto Quotidiano 29-12-2011)