Home 2011 27 Dicembre USA: MOBILITÀ IN INGRESSO E IN USCITA DEGLI STUDENTI
USA: MOBILITÀ IN INGRESSO E IN USCITA DEGLI STUDENTI PDF Stampa E-mail
Se i cittadini statunitensi sono in difficoltà nella restituzione dei prestiti di studio, le università cercano di aumentare l'attrattività nei confronti degli studenti stranieri, soprattutto quelli provenienti dai Paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica). Lo rileva il Rapporto "Open Doors 2011 - Report on International Educational Exchange", pubblicato a metà novembre dall'Institute of International Education (IIE). Secondo l'indagine, il numero degli studenti internazionali (723.277 in valori assoluti, dei quali il 45% donne) iscritti nel 2010 nei campus e nei college statunitensi è cresciuto del 5% rispetto all'anno precedente. Al primo posto per provenienza la Cina (+23% in media e +43% nei corsi bachelor), che per il quarto anno consecutivo ha conosciuto un aumento consistente, seguita nell'ordine dall'India (seppure con un lieve calo dell'1%) e dalla Corea. Congiuntamente, i tre Paesi rappresentano da soli quasi la metà (45%) del totale ospitato.
La crescita più significativa sul piano percentuale è quella dell'Arabia Saudita (44%), grazie alla politica del diritto allo studio attuata. Nonostante la crisi economica, nel 2010 è aumentato il numero degli studenti USA all'estero, anche se per periodi piuttosto brevi (8 settimane in media) o per corsi estivi: 270.604 in valori assoluti (+3,9% rispetto all'anno precedente), una cifra più che triplicata negli ultimi venti anni, che però incide ancora molto poco (1%) sul totale dei 20 milioni complessivamente iscritti. Regno Unito, Italia (27.940 gli studenti americani ospitati, pari al 10,3% all'intera migrazione studentesca), Spagna, Francia e Cina sono nell'ordine le mete più ambite, ma 15 delle prime 25 destinazioni si trovano fuori del Vecchio Continente e ben 19 riguardano Paesi non di lingua inglese. L'Europa rimane ancora la più prescelta, anche se il gradimento è diminuito in 10 anni dal 62% al 54%. Sta crescendo invece gradualmente l'attrattività dell'America Latina (15%), dell'Asia (12%), dell'Oceania (Australia, Nuova Zelanda e Isole del Sud Pacifico) (5%) e dell’Africa (6%).
(Fonte: M. L. Marino, rivistauniversitas 02-12-2011)