Home 2011 20 Novembre Crescita e innovazione del sistema universitario nell’accordo Confindustria-CRUI
Crescita e innovazione del sistema universitario nell’accordo Confindustria-CRUI PDF Stampa E-mail
Otto azioni concrete e misurabili per attuare la Riforma dell'Università e contribuire allo sviluppo culturale, sociale ed economico del Paese: questo il contenuto dell'accordo strategico firmato a Milano il 7 novembre 2011 da Confindustria e CRUI (Conferenza dei rettori). Tra gli obiettivi dell'accordo c'è quello di accrescere il numero degli studenti italiani che s’iscrivono a facoltà tecnico scientifiche (in Italia sono il 22,6% del totale, in Germania il 28,7%), contribuire alla partecipazione italiana ai programmi di ricerca e sviluppo europei con particolare riferimento alle piccole e medie imprese, ridurre l'età d’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, accrescere il numero dei percorsi di dottorato e tararli sulle reali esigenze dell'impresa (in Italia i ricercatori sono il 3,3% sul totale della popolazione attiva, in Germania il 6,7%), migliorare i processi di reclutamento di docenti e ricercatori e la governance dell'università, impostandola sulla base dei principi di efficacia ed efficienza, identificare e monitorare le best practice internazionali. Gianfelice Rocca, vice presidente per l'Education di Confindustria, ha sottolineato come siamo in una fase cruciale: nei prossimi anni circa un terzo dell'attuale corpo docente andrà in pensione, occasione questa per fare largo ai giovani migliori. L'impresa, ha messo in evidenza Diana Bracco - vice presidente di Confindustria, cerca nell'università un "generatore d’idee" che dia impulso all'innovazione. Il confronto fra il numero dei brevetti per milione di abitanti italiani (12,3) e tedeschi (76,4) è indicativo di quanto ci sia da fare facendo circolare la conoscenza dall'università alle imprese per poi tornare alla dimensione accademica arricchita dal "saper fare" acquisito nell'ambito lavorativo: queste le conclusioni di Alberto Meomartini presidente Assolombarda che ha ricordato anche alcune 'buone pratiche' sperimentate a Milano: i contratti di apprendistato di alta formazione e i dottorati executive per chi già lavora.
(Fonte: S. Miano, www.rivistauniversitas.it 17-11-2011)