Ricerca. A favore del rientro dei ricercatori emigrati |
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Per favorire il rientro dei ricercatori emigrati, considerati nell'ultimo Rapporto SVIMEZ un deprecabile spreco di risorse, si è finora fatto ricorso ad incentivi fiscali (L. 30/12/2010, n. 238 e successivi decreti attuativi pubblicati sulla G.U. 10/6/2011, n. 133), ma le misure finora adottate non sono state sufficienti a drenare l'emorragia "dei troppo bravi nostri laureati che per necessità - come ha ricordato il Capo dello Stato in occasione della Cerimonia di apertura dell'anno scolastico 2011/12 - lasciano il nostro Paese non trovando lavoro qui e che - nonostante recenti provvidenze di legge - difficilmente poi rientrano". Un segnale incoraggiante per rispondere alla fuga verso l'estero può venire dal provvedimento del CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), che lo scorso 30 settembre ha approvato un programma di investimenti nel sistema universitario delle Regioni meridionali per complessivi € 1.161 milioni nell'ambito del "Piano Nazionale per il Sud". Lo stanziamento comprende il finanziamento sia dei Poli di eccellenza di Calabria, Sicilia, Campania e Puglia, sia di infrastrutture universitarie strategiche regionali (laboratori didattici e di ricerca, biblioteche, attrezzature tecnologiche e informatiche, ristrutturazioni e nuove costruzioni di edifici universitari) in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia. Dal mese di settembre - nell'ambito del pacchetto di iniziative governative denominato Diritto al futuro - è stato avviato, in collaborazione con l'ABI, un sistema agevolato di prestiti a importo annuo tra i tremila e i cinquemila euro a favore degli studenti universitari in età tra i 18 e i 40 anni per finanziare i loro studi, per l'apprendimento di una lingua straniera o per la frequenza di corsi di specializzazione o di master. (Fonte: M.L. Marino, www.rivistauniversitas.it 11-10-2011)
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