Ricerca. Assurdo dedurne la qualità dalla quantità di fondi |
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Premesso che la valutazione della ricerca scientifica di un docente universitario è una vexata quaestio in quanto inevitabilmente basata su criteri altamente opinabili, va però sottolineato come il criterio (definito correttamente dal professor Tullio Gregory «aziendalista e manageriale» sul Corriere del 10 settembre) di attrarre finanziamenti per la propria ricerca, applicato a un docente ai fini della sua valutazione accademica, sia fuorviante e improprio, anche se va molto di moda. Un docente non deve essere un self-made industriale della cultura. Reperire fondi è del tutto diverso da fare ricerca. È assurdo dedurre dalla quantità di fondi la qualità della ricerca. In base ai meccanismi di valutazione dei progetti di ricerca presentati a enti nazionali e/o internazionali, accade molto spesso che i docenti valutati oggi diventino domani valutatori dei progetti presentati dai colleghi che li hanno precedentemente valutati, in quanto usualmente i progetti di ricerca sono oggidì così specializzati da essere sottoposti alla valutazione di una cerchia abbastanza ristretta di «esperti», fatalmente in un rapporto frequentemente amicale tra loro. In conclusione, non si possono applicare in Italia acriticamente alcuni criteri di valutazione della ricerca usati essenzialmente nei Paesi di lingua anglosassone, i quali — piaccia o dispiaccia — hanno università totalmente diverse dalle nostre. (Fonte: G. Scalabrino, Corsera 19-09-2011)
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