Home 2011 5 Settembre Una proposta per innescare un circolo virtuoso di concorrenza e selezione meritocratica
Una proposta per innescare un circolo virtuoso di concorrenza e selezione meritocratica PDF Stampa E-mail
Il passaggio cruciale per garantire che la prima tornata del nuovo reclutamento parta con il piede giusto, più che con l'individuazione di criteri fissi, ha a che fare con la scelta dei selezionatori. Ovvero con l’esigenza che il prestigio scientifico dei commissari sia ampiamente riconosciuto. Su quest’aspetto, l’articolo 16 della legge 240 fornisce qualche garanzia, perché prevede che i docenti siano valutati prima di poter partecipare al sorteggio per la formazione delle commissioni. E contempla anche la presenza, sempre tramite sorteggio, di docenti in ruolo presso università straniere, che da una parte avranno il vantaggio di essere estranei agli equilibri di potere dell’accademia italiana, ma dall’altra lo svantaggio di non subire i costi di scelte di reclutamento sbagliate. Per rafforzare quest’aspetto, l’Anvur ha proposto che i candidati al ruolo di commissario, al pari dei candidati all’abilitazione, debbano avere una produzione scientifica di qualità superiore alla mediana del proprio settore disciplinare. Una volta individuati i selezionatori in maniera autorevole, tuttavia, si potrebbe affiancare al processo di abilitazione nazionale un meccanismo in grado di innescare un circolo virtuoso di concorrenza e selezione meritocratica. Per ogni settore disciplinare, si dovrebbe chiedere alla commissione nazionale non solo di distinguere tra chi merita l’abilitazione e chi no, ma anche di suddividere gli “abilitati” della tornata in due fasce distinte, in conformità a criteri di qualità della produzione scientifica individuale: 1.il miglior 10 per cento; 2.il restante 90 per cento. Dopodiché, se un’università seleziona un candidato del gruppo A (seguendo le procedure di chiamata previste dall’articolo 18 della Legge 240) e questo accetta, il costo del suo stipendio non entra nel bilancio dell’ateneo ma è coperto per intero dal ministero. Per quelli del gruppo B, tutto come da copione. Fermi restando gli articoli 16 e 18, basterebbe una semplice norma accessoria per attuare la proposta. Il meccanismo avrebbe soltanto il costo di rendere la valutazione leggermente più laboriosa, perché affiancherebbe una valutazione relativa degli abilitati alla semplice decisione binaria su chi superi una soglia minima di abilitazione. Si tratterebbe, però, solo di suddividere i promossi in due gruppi. E ci sarebbero indubbi vantaggi di efficienza, giacché il meccanismo favorirebbe la concorrenza tra università (e dipartimenti) per attirare i migliori e aiuterebbe la concentrazione di una massa critica di ricercatori meritevoli in posti d’eccellenza.
(Fonte: T. Nannicini, lavoce.info 30-08-2011)