Home 2011 12 Agosto La scelta dei commissari di concorso
La scelta dei commissari di concorso PDF Stampa E-mail
Le nuove procedure di valutazione per l'abilitazione nazionale, varate dal Consiglio dei Ministri, introducono requisiti stringenti di qualità sia per chi ambisce a diventare professore che per chi si candiderà a entrare nelle commissioni giudicatrici. Un ruolo chiave, di controllo e di garanzia, è assegnato all’Anvur, la nuova Agenzia di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca. Proprio l'Anvur dovrà assicurare che nelle commissioni giudicatrici entrino solo professori con una produzione scientifica riconosciuta a livello internazionale. Per usare una metafora calcistica, la riforma avrà avuto successo se, sia per i commissari sia per i candidati, entrerà in graduatoria solo chi sta nella colonna di sinistra della classifica della produzione scientifica, mentre chi ha zero punti non sarà neppure ammesso al campionato. Il segnale della qualità dell'insegnamento va ricercato, innanzi tutto, nella qualità della produzione scientifica dei docenti. Per trasmettere conoscenza è necessario possederla, e il modo migliore per dimostrare di possederla è di averne prodotta e di aver saputo giocare il gioco della competizione scientifica internazionale. Quando conosceremo i criteri specifici che saranno utilizzati per le valutazioni, non mancheranno critiche e resistenze. La vera domanda, però, è se realizzando davvero l'obiettivo indicato dal nuovo regolamento, si commetteranno più o meno errori rispetto alla situazione del passato, in cui tutti potevano diventare commissari di concorso, senza distinzione tra chi ha prodotto e chi no. Noi crediamo di no: i ricercatori attivi e inseriti nella comunità scientifica internazionale tendono a cooptare ricercatori attivi e a riconoscere il merito anche quando non viene dal proprio dipartimento o laboratorio. Sono lontani i fragori di piazza che hanno accompagnato l’approvazione della legge. Ma i criteri che si stanno definendo in questa fase influenzeranno in modo significativo la capacità del nostro Paese di produrre ricerca di qualità, capitale umano di alto livello, apertura internazionale, crescita.
(Fonte: A. Gambardella, F. Pammolli, Corsera 31-07-2011)