Home 2011 12 Agosto I test d'ingresso a medicina
I test d'ingresso a medicina PDF Stampa E-mail

Negli ultimi mesi il Miur aveva annunciato l’intenzione di sperimentare, per l’anno accademico 2011/2012, graduatorie regionali per i test d’ingresso ai corsi di laurea in Medicina e chirurgia. La sperimentazione poteva rappresentare un primo miglioramento dell’inefficiente meccanismo di selezione usato fino all’anno scorso in tutte le sedi universitarie, che prevedeva un test unico a livello nazionale, ma una graduatoria diversa per ogni università. In questo modo, gli studenti respinti in una sede seppure con un punteggio sufficiente per entrare in un altro ateneo, erano comunque esclusi.

Purtroppo, il meccanismo con cui a settembre 2011 saranno aggregate le graduatorie in via sperimentale per le facoltà di Medicina delle università di Trieste e di Udine e, separatamente, per le due facoltà di Medicina dell’università la Sapienza di Roma, non cambia pressoché nulla rispetto al sistema precedente. Nel decreto ministeriale del 15 giugno scorso, il Miur ha, infatti, stabilito che le graduatorie per le sedi aggregate saranno realizzate con il seguente meccanismo:

1. Gli studenti sono liberi di sostenere il test in una qualunque delle sedi aggregate (per esempio, a Udine o a Trieste);

2. Dopo la pubblicazione di una graduatoria unica, gli studenti dovranno esprimere le proprie preferenze tra gli atenei che fanno parte dell’aggregazione;

3. I posti disponibili in una facoltà di Medicina saranno poi assegnati ai migliori studenti al test che hanno espresso come prima preferenza quella data facoltà: per esempio, a Medicina a Udine entrerà prima chi ha il punteggio più alto tra chi ha segnalato Udine come prima scelta, fino a copertura dei posti, e poi eventualmente i migliori che hanno indicato Udine come seconda preferenza, se ci sono posti disponibili residui, e altrettanto accadrà a Trieste;

4. Anche in caso di “ripescaggi”, sarà data la precedenza ai migliori studenti che hanno indicato come prima scelta l’ateneo dove si saranno liberati i posti.

Cerchiamo ora di capire con un esempio il (non)senso di questo meccanismo. Per semplicità, supponiamo che ci siano quattro studenti che desiderano studiare Medicina a Udine o a Trieste e un solo posto disponibile in ciascuna di queste due università. I quattro studenti sostengono la prova in una delle due sedi, che non è necessariamente l’università dove preferirebbero iscriversi. Viene quindi pubblicata una graduatoria unica per i quattro candidati. Ipotizziamo che il primo studente in graduatoria realizzi 80 punti, il secondo 70, il terzo 60 e il quarto 50; i primi due preferiscono Udine a Trieste e gli ultimi due Trieste a Udine. A Udine sarà ammesso il primo studente nella graduatoria aggregata, mentre a Trieste entrerà quello che ha totalizzato 60 punti (cioè il terzo in graduatoria) e non invece lo studente che, pur avendo conseguito un punteggio più alto (70 punti e secondo in graduatoria), ha indicato Trieste come seconda scelta. Anche se il terzo in graduatoria decidesse di non iscriversi a Medicina e quindi si liberasse il posto a Trieste, questo sarebbe assegnato al migliore dei non ammessi la cui prima preferenza è Trieste e cioè a chi, nel nostro esempio, ha totalizzato 50 punti. In pratica, affinché il secondo in graduatoria possa studiare Medicina, è necessario che il primo in graduatoria decida di non iscriversi a Medicina o che a Trieste non s’iscriva nessuno. Pertanto, l’unica vera differenza tra il meccanismo che sarà sperimentato a settembre e il “vecchio sistema”, che continuerà a essere utilizzato in tutte le altre università, è che il primo permette di sostenere il test in un’università e di fare domanda di ammissione in un’altra sede, mentre il secondo obbliga uno studente a sostenere il test nella sede dove poi intende studiare. In sostanza si risparmia qualche biglietto del treno (ovviamente non nel caso delle due facoltà di Roma).

Il decreto ministeriale del 15 giugno introduce però una seconda novità: l’utilizzo, per ciascuna università, di un unico test per Medicina e chirurgia e per Odontoiatria e protesi dentaria. Fino all’anno scorso, l’accesso a Medicina e a Odontoiatria era decretato sulla base dei risultati di due test differenti, somministrati in due giorni consecutivi. Pertanto, chi non era ammesso a Odontoiatria, poteva sperare di iscriversi a Medicina (o viceversa) se in possesso di un punteggio adeguato nel test per Medicina. Se l’utilizzo di un unico test per entrambi i corsi di laurea sarà gestito come per la sperimentazione delle facoltà di Medicina di Udine e Trieste (il decreto ministeriale non descrive in dettaglio come ciò accadrà effettivamente), allora avremo un sicuro peggioramento: diversamente dall’anno scorso, un buon candidato respinto a Odontoiatria non potrà più iscriversi a Medicina o viceversa. Se invece, a fronte del test unico, le graduatorie per Odontoiatria e Medicina rimarranno separate e ciascun candidato, dopo aver segnalato il proprio interesse in entrambi i corsi di laurea, sarà inserito automaticamente in entrambe, allora non avremo una perdita di efficienza e torneremo in sostanza al vecchio sistema, eliminando però la necessità di somministrare due test differenti. In pratica, per capire se l’utilizzo di un unico test per Medicina e Odontoiatria comporterà solo minori spese o invece genererà anche perdite di efficienza, è necessario aspettare che il ministero descriva in dettaglio il funzionamento del meccanismo di ammissione ai due corsi di laurea. È però chiaro che il meccanismo delle graduatorie aggregate fa temere il peggio, e cioè che a entrare a Medicina e Odontoiatria non saranno i migliori in assoluto al test, ma i migliori che avranno indicato rispettivamente in Medicina e Odontoiatria la propria prima preferenza.

A parziale credito del Miur va detto che l’introduzione di una graduatoria unica per Medicina o Odontoiatria presenta una serie di problemi non banali (per esempio, tempi tecnici lunghi, problemi legali). Ciononostante, non è impossibile trovare sistemi alternativi che consentano davvero agli studenti di presentare domanda di ammissione in più sedi universitarie e che possano inoltre funzionare in tempi tecnici ristretti. Al contrario, il meccanismo di aggregazione delle graduatorie che sarà sperimentato a settembre non cambia nulla rispetto al vecchio sistema e si fa dunque fatica a capirne la ragione d’essere. Come se ciò non bastasse, l’introduzione di un test unico per Medicina e Odontoiatria potrebbe addirittura peggiorare un sistema che già ora non brilla per efficienza.
(Fonte: E. Cantoni, lavoce.info 27-07-2011)