Giovani neet (not in education, employment or training) |
A Napoli sono uno su tre. A Roma, spostando l'obiettivo di poco verso nord, il rapporto sale a uno su quattro. A Torino, in pieno settentrione, non si va oltre uno su sette. Parliamo dei laureati che alla soglia dei 35 anni ossia un'età che dovrebbe segnare già un punto decisivo in una carriera professionale di un certo livello — non solo non lavorano, ma neppure provano a cercare un impiego né fanno formazione per perfezionarsi. Questi giovani vengono spesso definiti invisibili o neet, acronimo di not in education, employment or training. Qualcuno li chiama semplicemente scoraggiati. Altri ancora, generalizzando (e forse banalizzando), li inquadrano nella categoria dei bamboccioni. Luca Bianchi, vicedirettore di Svimez, invece, parla di generazione brain waste: letteralmente spreco di cervelli. Il termine è di solito associato ai lavoratori che svolgono mansioni sottodimensionate rispetto alla preparazione acquisita in anni di università ma, evidentemente, può calzare perfettamente anche nel nostro caso.
GIOVANI CHE NON STUDIANO E NON LAVORANO |