Corso di Medicina ridotto di un anno e tirocini di Giurisprudenza anticipati |
Accorciare a 5 anni il corso di laurea in Medicina, prima di accedere alla specializzazione, è una proposta di cui il ministro Gelmini starebbe ora discutendo con il ministro della Salute Fazio perché, come ha dichiarato Gelmini stessa, il percorso per i futuri medici è davvero lungo: «Ora sono 6 anni per la laurea, poi 4 o 5 di specializzazione, poi il dottorato. Non si finisce mai. L'obiettivo sarebbe quello di accorciare almeno di un anno». Bisognerebbe considerare l’ipotesi di trasformare il sesto anno del corso di laurea in un anno di “frequenza attiva del Servizio Sanitario prima dell’esame di abilitazione”. Attraverso un anno di tirocinio, gli studenti avrebbero più possibilità di mettere in pratica le conoscenze teoriche. Ma cosa ne pensano i diretti interessati? L’abbiamo chiesto a Marco Bonsano, presidente di Sism (Segretariato Italiano Studenti Medicina) e studente al quinto anno dell’ateneo genovese: «La qualità di un corso», spiega, «non è proporzionale alla durata del corso. Secondo me accorciare di un anno non fa molta differenza, i problemi prioritari sono altri, ad esempio bisognerebbe reintegrare alcune materie trascurate, ma solo in seconda battuta bisognerebbe ridurre il numero di anni di corso». La proposta avanzata di abbreviare i tempi per gli studi in Medicina ha riscosso successo negli Ordini dei Medici. Di parere diverso il Presidente del CUN, Andrea Lenzi, il quale esclude che si possa pensare a una riduzione di Medicina ex abrupto. “Intanto perché abbiamo vincoli imposti dall'Europa: in tutti i Paesi il corso di medicina dura 6 anni. E poi perché sarebbe davvero curioso che da un lato abbiamo portato Odontoiatria da 5 a 6 anni e dall'altro tagliamo un anno a Medicina”. Anticipare invece il tirocinio previsto per i laureati in Giurisprudenza collocandolo, come ha spiegato il ministro Gelmini, «all'ultimo anno prima della laurea in modo che dopo il diploma occorra soltanto un anno di pratica», è un’ipotesi interessante per gli studenti? Secondo Cristina Pascariello, segretario generale di Elsa Milano (The European Law Students' Association), non sarebbe una cattiva idea: «Dopo la laurea in Giurisprudenza ci sono 2 anni di tirocinio prima dell’esame, ma poi tra esame scritto e orale passano molti mesi quindi prima di inserirsi nel mercato del lavoro possono passare anche 3 anni come minimo. L’ideale sarebbe anticipare il tirocinio di un anno, e sostituirlo a un esame non fondamentale. Giurisprudenza è un corso molto teorico, a differenza invece degli Stati Uniti dove i docenti universitari, già nel corso delle lezioni, sottopongono agli studenti degli atti e dei casi, dando una preparazione molto più pratica». Spiega il giovane avvocato Stefano Marangon, «la cosa importante sarebbe riuscire a svolgere tirocini in linea con le materie dell’ultimo anno, ad esempio 3 mesi in uno studio che si occupa di penale, per poi sostenere l’esame di procedura penale. La cosa difficile sarebbe invece quella di far retribuire tutti i tirocini formativi».(Fonte: walkonjob.it 11-07-2011) |