Per la riforma universitaria delle Accademie di Belle Arti |
Dal 1990 gli studenti delle Accademie di Belle Arti italiane attendono di entrare nel sistema universitario. Resistenze accademiche, sindacali, ministeriali, e governative lo hanno impedito e vogliono ancora impedirlo. Sono 21 anni che gli studenti delle Accademie di Belle Arti vengono ingannati dal Ministero e dalle Accademie, che affermano di rilasciare lauree. La Legge di Riforma 508/99 delle Accademie di Belle Arti risulta irrimediabilmente anacronistica perché taglia l’Italia fuori dal sistema di istruzione universitaria superiore così come esso viene declinato da tempo nei grandi paesi europei e di tutto l’occidente, mentre le profonde mutazioni del contesto culturale, sociale ed economico mondiale degli ultimi venti anni hanno rafforzato la relazione e lo scambio tra formazione artistica universitaria e realtà produttive (cinema, televisione, pubblicità, management culturale, mercato dell’arte, comunicazione multimediale, internet). Le Accademie come le Università (art. 33 della Costituzione) in quanto Istituzioni di Alta Cultura sono fondamentali per la crescita e lo sviluppo dell’Italia. Se oggi è possibile in Italia laurearsi (3+2 o 5), prendere un Dottorato di Ricerca, essere un Professore Ordinario o un Professore Associato o un Ricercatore dalla Biologia all’Educazione Fisica, deve essere possibile farlo anche in Arti Visive e Discipline dello Spettacolo, in Progettazione e Arti Applicate, in Didattica dell’Arte. Le Accademie di Belle Arti non possono più attendere. Devono essere valorizzate per ciò che sono: istituti di ricerca, sperimentazione e produzione artistica e culturale.(Fonte: Comitato promotore per la riforma universitaria delle Accademie di Belle Arti, www.culturame.it 28-06-2011) |