Le discipline umanistiche e il prevalere di una logica economicistica |
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L'area umanistica ha sempre patito una minorità accademica che a sua volta produce quote risibili di finanziamenti. E’ il caso di chiedersi se, in una prospettiva più ampia, la progressiva asfissia cui sembrano condannate nel breve periodo le discipline umanistiche non sia proprio la certificazione del definitivo prevalere su scala planetaria di una logica economicistica, per cui il frutto di qualunque attività, sia intellettuale che fisica, che non si può tradurre immediatamente in merce vendibile serve a poco. Il ministro Tremonti fu brutale, ma ebbe il pregio di esprimere in maniera lapidaria il nuovo corso delle cose, quando ricordò che “con la cultura non si mangia”. Nella fase ultima è proprio il mondo degli economisti in genere, che, nel tentativo affannoso di coprire il vergognoso fallimento delle cosiddette «scienze» economiche, incapaci nonché di prevedere ma nemmeno di arginare la crisi che dal 2008 ci sconvolge, invece di starsene in silenzio dietro la lavagna in attesa che il mondo dimentichi, continua a pontificare. Dice qualcosa che il presidente della Commissione europea è costretto a rincorrere Moody's, che oggi è l'unica agenzia in grado (più di un esercito) di sconvolgere gli assetti di uno stato democratico? La prossima tappa? Qualcuno dirà che, come la cultura, anche «la politica non si mangia». Sono il primo ad augurarmi di essere troppo pessimista. (T.R. Toscano, Corriere del Mezzogiorno 08-07-2011)
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