Home 2011 27 Giugno L’Uspur sull’applicazione della nuova Legge c.d. Tremonti che blocca, per gli anni 2011, 2012 e 2013 sia l’adeguamento annuale delle nostre retribuzioni, sia l’assegnazione degli scatti stipendiali biennali
L’Uspur sull’applicazione della nuova Legge c.d. Tremonti che blocca, per gli anni 2011, 2012 e 2013 sia l’adeguamento annuale delle nostre retribuzioni, sia l’assegnazione degli scatti stipendiali biennali PDF Stampa E-mail

Cari Colleghi,

non passa giorno in cui non riceva telefonate e messaggi di soci e non soci USPUR per richiedermi se l’USPUR consiglia, o no, di fare ricorso in merito all’applicazione della nuova legge c.d. Tremonti che blocca, per gli anni 2011, 2012 e 2013 sia l’adeguamento annuale delle nostre retribuzioni, sia l’assegnazione degli scatti stipendiali biennali, ora triennali, il tutto nel contesto di quanto dispone anche la legge Gelmini.

Ricordo che l’USPUR si è già espressa in merito, precisando, in particolare, che non c’è un termine di scadenza di 60 giorni per la presentazione di un eventuale ricorso perché la mancata corresponsione di un emolumento si configura come atto “paritetico”, con prescrizione di 5 anni. Nel mentre ho ricevuto anche comunicazioni di altre sigle sindacali con inviti per tutti i docenti a presentare diffide e/o ricorsi ai TAR di competenza per opporsi all’applicazione della normativa.

Tenuto conto che queste nuove norme sono effettivamente molto penalizzanti per tutti noi, abbiamo cercato, con il contributo di valenti giuristi, di metterne in evidenza eventuali punti di non legittimità, per poi procedere alla preparazione di un eventuale ricorso.

Allego, in merito, una relazione preparata dallo studio legale del prof. Chiti di Firenze, che conferma quanto da noi già evidenziato in precedenza, e precisa che “la questione della riforma in senso peggiorativo dello stato economico e giuridico del personale pubblico, contrattualizzato e non, è assai risalente e vede una posizione della Corte Costituzionale nettamente maggioritaria in senso negativo per gli interessati”.

Ciò precisato, lo studio è disponibile per preparare un ricorso, il cui costo pro-capite, ovviamente, dipenderà dal numero dei partecipanti. Ciò detto prego ciascun presidente di sezione USPUR di voler inviare questa mia lettera, con allegato, ai soci e non soci, e per accelerarne la risposta, di volerli contattare telefonicamente, così da poter procedere per un eventuale ricorso, con raccolta delle firme entro il 15 Luglio prossimo, così come suggerito dallo studio Chiti.

Circa l’entità della spesa, se i ricorrenti saranno per lo meno un centinaio, essa sarà certamente contenuta, e si ridurrà se il numero crescerà.

Cordiali saluti.

Antonino Liberatore (Segretario nazionale USPUR – 10-06-2011)

 

Al prof. Antonino Liberatore

Segretario nazionale USPUR

Ho esaminato la questione della legittimità della recente normativa in tema di blocco degli scatti stipendiali e di progressione di carriera dei professori universitari (art. 9, c. 21, del d.l. n. 78/2010, convertito in legge n. 122/2010; a valere sino all’attuazione della delega prevista dalla legge n. 240/2010, art. 8).

Tali previsioni legislative risultano di assai dubbia costituzionalità e meritano essere portate alla verifica della Corte costituzionale, necessariamente attraverso un giudizio in cui gli interessati contestano le misure amministrative di attuazione da parte delle loro Università.

Gli interessati devono pertanto impugnare tali misure davanti al TAR nel termine di prescrizione (non in quello, breve, di decadenza), eccependo la questione d’incostituzionalità della legge applicata; a parte eventuali illegittimità nei procedimenti di sua attuazione. Ove il giudice accolga l’eccezione, il caso sarà rinviato alla Corte costituzionale (il cui giudizio giunge in media dopo un anno e mezzo dall’inizio di questa procedura).

La questione della riforma in senso peggiorativo dello stato economico e giuridico del personale pubblico, contrattualizzato e non, è assai risalente e vede una posizione della Corte costituzionale nettamente maggioritaria in senso negativo per gli interessati. Tuttavia, la conclusione dipende, di volta in volta, dalla specificità del caso e dalla verifica di alcuni parametri costituzionali non superabili (ragionevolezza, ecc.). Il nostro caso si presenta particolarmente penalizzante e fuori da ogni schema (anche solo accennato) di generale riforma; a differenza di quanto previsto alla citata norma di delega della Legge Gelmini. Ritengo, dunque, che valga davvero la pena “difendere” la nostra posizione con un ricorso al giudice delle leggi, via TAR.

Il mio Studio legale è disponibile al patrocinio dei colleghi che vorranno presentare ricorso. A tal fine saranno prossimamente definite le modalità organizzative per la raccolta delle firme e dei dati personali necessari. Fin d’ora informo che gli interessati dovranno predisporre un sintetico curriculum di servizio, corredato dai documenti utili (statini, certificati di servizio, ecc.).

Pur se gli interessati hanno tempo per presentare ricorso, è consigliabile presentare un cospicuo lotto di ricorsi entro il prossimo settembre; con raccolta delle firme non oltre il 15 luglio prossimo. Successivamente, sarà comunque possibile organizzare un secondo turno di ricorsi.

Mario P. Chiti

Studio Legale Chiti

Segreteria: Via Lorenzo il Magnifico, 83 - 50129 Firenze