Home 2011 27 Giugno Abolire il valore legale della laurea. Se ne discute alla Commissione Istruzione del Senato
Abolire il valore legale della laurea. Se ne discute alla Commissione Istruzione del Senato PDF Stampa E-mail

La Commissione Istruzione del Senato starebbe valutando l’ipotesi di abolire il valore legale della Laurea. La stessa Commissione ha interpellato diverse sigle sindacali, insieme alla Conferenza dei Rettori Italiani (Crui) e a Confindustria. Di parere negativo soprattutto i sindacati – Adu, Andu, Cisal-Docenti universitari, Cisl-Università, Cnru, Cnu, Conpass, Flc-Cgil, Link, Rete29Aprile, Snals-Universita’, Udu, Ugl-Universita’, Uilpa-Ur e Usb-Pubblic sono le sigle che si sono espresse contro – secondo le quali l’abolizione incrementerebbe “disuguaglianze sociali ed economiche” e contrasterebbe con il principio sancito dalla Costituzione delle Pari Opportunità, modificando i criteri di accesso alla Pubblica Amministrazione e creando di conseguenza discriminazioni nell’assunzione. E’ giusto ricordare che il valore legale della Laurea, serve a determinare la certezza dal punto di vista giuridico, per i titolari, di una preparazione professionale in conformità con gli standard fissati dall’ordinamento didattico nazionale. Molto spesso, infatti, il titolo di studio è richiesto per la partecipazione ai concorsi pubblici e per l’accesso ai concorsi per l’iscrizione agli albi professionali. L’eventuale cancellazione della validità legale potrebbe, dunque, mettere in difficoltà migliaia di giovani laureati e laureandi italiani che si troverebbero senza un’effettiva certificazione delle loro competenze, non solo a livello italiano, ma anche a livello europeo.

L’ex ministro della salute Girolamo Sirchia, autore della proposta, ribatte alle polemiche affermando che non sarebbe eliminata la validità della Laurea come requisito per l’accesso ai concorsi o agli albi professionali bensì si vorrebbe incentivare la concorrenza tra i vari Atenei: al momento tutti laureati, al momento dell’ingresso nelle professioni, sono sullo stesso piano, senza considerare la loro effettiva preparazione, dunque l’effetto è che le università non sono motivate a investire sulla formazione e sul reclutamento di professori di alto livello. Perplessità a riguardo giungono anche dalla Crui, che sebbene non si sia esposta ufficialmente contro la norma, ritiene che vi sarebbero conseguenze negative sulla classificazione degli Atenei, nel caso fosse approvata questa abolizione. L’unica a favore, almeno tra le parti sentite dalla Commissione, sarebbe Confindustria, che vorrebbe sostituire il valore legale della laurea con rigorosi strumenti di certificazione e accreditamento.
(Fonte: unicittà.it 16-06-2011)