Home 2011 23 Maggio Accademie d’impresa (Corporate University)
Accademie d’impresa (Corporate University) PDF Stampa E-mail

Sono la punta di diamante del composito sistema della formazione manageriale. Si chiamano corporate university e, in Italia, si traducono con il termine di "accademie d'impresa", vere e proprie scuole aperte in azienda e dedicate a quadri, executive e giovani di talento.

Formazione, approfondimento, aggiornamento, gestione del cambiamento, ottimizzazione delle potenzialità attraverso corsi frontali in aula e percorsi di action learning, coaching, mentoring ed e-learning. Di derivazione anglosassone, nell'ultimo decennio il loro numero è cresciuto, e non solo negli Stati Uniti. Se nel 1993 solo 400 grandi gruppi mondiali del peso di General Motors, Boeing, Motorola, McDonald's e Walt Disney potevano contare su un sistema formativo interno, il loro numero oggi è decuplicato. In Italia ne esistono poco meno di una trentina, e rappresentano il 16% delle organizzazioni aziendali dedicate alla formazione continua interna. Il boom delle corporate university e delle academy aziendali si è registrato nel nostro paese nel corso dei primi anni 2000, anche se il biennio di crisi recentemente attraversato ha finito per ridimensionarne la portata e l'incidenza. A registrare questo cambiamento è l'ultima analisi firmata dall'Osservatorio Asfor, secondo cui il big crash del 2009-2010 ha determinato un forte impatto sulla formazione.

Il boom delle corporate university e delle academy aziendali si è registrato nel nostro paese nel corso dei primi anni 2000, anche se il biennio di crisi recentemente attraversato ha finito per ridimensionarne la portata e l'incidenza. A registrare questo cambiamento è l'ultima analisi firmata dall'Osservatorio Asfor, secondo cui il big crash del 2009-2010 ha determinato un forte impatto sulla formazione.

Oltre al Sant'Anna, che ha sfornato 28 spin-off, notevole la fecondità di tutti gli atenei del centro nord a partire da Bologna (42), Perugia (35), Pisa e Politecnico delle Marche (25). «I margini di miglioramento sono ancora ampi - avverte Pittaluga - soprattutto sui fronti della penetrazione commerciale e della formazione manageriale. Queste imprese necessitano di una maggiore strutturazione e anche di sviluppare la cultura d'impresa e di rete, abbandonando del tutto la mentalità un po' naif delle origini che a volte ancora impedisce loro di utilizzare gli strumenti per stare sul mercato».
(Fonte: M. Del Barba, Il Sole 24 Ore 18-05-2011)