Anche Einaudi proponeva di abolire il valore legale delle lauree |
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Il nuovo presidente della Conferenza dei rettori delle Università italiane, prof. Marco Mancini, ha dichiarato in una breve intervista al Corsera (venerdì 8 aprile): «In futuro dovremo consentire alle Università di chiamare i professori che vogliono. Così gli atenei farebbero a gara a prendere i docenti migliori, alzando la qualità generale». Si può consentire, credo, con questa proposta, a un patto: che sia abolito il valore legale delle lauree (una richiesta che fu avanzata già da Luigi Einaudi!). Infatti, se si abolisce il loro valore legale, le lauree varranno sul mercato del lavoro solo e soltanto sulla base della reputazione di cui godono le Università che le hanno rilasciate, e dunque sulla base dei contenuti effettivi (della serietà scientifica, insomma) delle lauree medesime. Non avrebbe senso, invece, la proposta del neoeletto presidente della Crui, se le lauree fossero, come oggi, tutte egualmente garantite dallo Stato, cioè tutte proclamate (dallo Stato) come dotate delle stesse virtù. Se non fosse abolito il valore legale delle lauree, è facile immaginare a che cosa equivarrebbe la prerogativa delle Università di chiamare i professori che esse vogliono. (Fonte: G. Bedeschi, Corsera 12-04-2011)
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