Ritardi nel Wi-Fi al sud, nelle scuole e nelle università |
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Secondo una ricerca di Enter (hub digitale per la tecnologia e la comunicazione) l'Italia è in ritardo sulla diffusione del Wi-Fi pubblico. Per prima cosa, si rileva una grossa sproporzione tra le regioni. I 5.097 hot spot dell'Italia sono concentrati soprattutto in cinque di loro: Lombardia (26%), Lazio (13,1%), Emilia-Romagna (10,1%), Toscana (8,6%) e Veneto (7,1%). In termini assoluti la Lombardia quindi guida la graduatoria nazionale con 1.328 hotspot, seguita da Lazio con 670, Emilia-Romagna con 518, Toscana con 438 e Veneto con 363. Appena sette in Molise e dodici in Basilicata, che sono le regioni meno ricche di hot spot Wi-Fi pubblici. Enter nota che l'Italia è al quattordicesimo posto al mondo, con 5.104 hot spot, 2mila in meno della Turchia (7.093) che è il decimo in classifica. Circa 1.300 in meno di Taiwan (6.425) e qualche centinaio in meno della piccola Hong Kong (5.327). Eccelle il Regno Unito, con quasi 113 mila punti di accesso. La Cina è seconda con oltre 102 mila hot spot, seguita dagli Stati Uniti con quasi 94 mila. Al quarto posto la Corea del Sud con più di 42 mila punti. Le istituzioni devono lavorare ancora molto, infatti. Enter nota che scuole e università mostrano un forte ritardo rispetto al resto del mondo, per l’adozione del Wi-Fi. In questo caso serve molto la spinta delle pubbliche amministrazioni innovative. La Provincia di Roma mira a dare il Wi-Fi a tutte le scuole. Entro l’estate avvierà la gara unica per individuare un'azienda in grado di fornire a tutti gli istituti i servizi di telefonia e anche la copertura Adsl necessaria per l'installazione degli hot spot negli spazi comuni, cortili o aule magne. Il Comune di Verona ha già esteso la propria rete Wi-Fi a dodici scuole, da quest'anno. Con una spesa di appena 300 euro a scuola. Notizia di marzo, la Provincia di Milano ha stanziato 400 mila euro per il 2011 e altrettanti per il 2012 allo scopo di collegare in Wi-Fi 180 istituti scolastici. Il ruolo delle istituzioni è anche nell'ambito della normativa. Pende ancora la spada di Damocle delle nuove regole per l'accesso Wi-Fi, in arrivo dal Ministero degli Interni. Norme più o meno leggere faranno la differenza. (Fonte: Corbis 13-04-2011)
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