Home 2011 26 Febbraio Ricerca, formazione e trasferimento tecnologico per uscire dalla crisi
Ricerca, formazione e trasferimento tecnologico per uscire dalla crisi PDF Stampa E-mail
E’ il tema di un recente incontro al Politecnico di Torino organizzato il 14 gennaio scorso, che ha analizzato i diversi temi d’attualità, dal trasferimento tecnologico in un paese a crescita zero, alla riforma Gelmini, al ruolo dei privati nell’Università pubblica. Intervista con il curatore dell’evento Francesco Vaccarino.  “L’università italiana – spiega – è un’organizzazione medioevale, in cui un gruppo di persone studia per diventare eccelso. Una volta raggiunto quel livello, quelle persone hanno pieni poteri, nel senso che devono fare tutto. Noi formiamo sapienti cui poi chiediamo di svolgere altri compiti. L’idea che uno perché conosce bene la meccanica quantistica possa essere un bravo manager o un bravo fund raiser o un esperto di budget è un’idea semplicemente assurda”. “La legge sull’università contiene un elemento positivo: ci obbliga a ridefinire le nostre finalità. Tuttavia essa pretende di intervenire sui processi dell’università senza intervenire sugli scopi. Siamo molto lontani dagli obiettivi chiari che si stanno dando tutti i paesi occidentali e le super potenze asiatiche: puntare alla creazione di élite di scienziati-tecnocrati che saranno le guide del futuro”. E sui temi della ricerca e del trasferimento tecnologico? “In effetti, qualche cosa di positivo c’è stata con l’introduzione del paradigma della valutazione. Tuttavia il punto è che il fund raising non è un’attività a latere dell’insegnamento o della ricerca, ma è un lavoro per cui la maggioranza delle università non è attrezzata. O meglio per fare fund raising servono competenza, risorse, persone e contatti che oggi hanno solo alcune strutture di alcune Università. Per trovare finanziamenti occorrono livelli di ricerca eccellenti, energie e persone. Invece, contemporaneamente, ci si chiede di seguire sempre più studenti e di avere sempre meno collaboratori e sempre più anziani. I Politecnici hanno maggior facilità a dialogare con le imprese, perché sono università professionalizzanti in cui i docenti hanno maggiori contatti con il mondo produttivo…Tra una decina di anni credo che il sistema riuscirà a trovare un equilibrio”.
(T. Del Lungo saperi.forumpa 31-01-2011)