Home 2011 25 Gennaio Confronto Italia-Inghilterra sulle risorse per la ricerca
Confronto Italia-Inghilterra sulle risorse per la ricerca PDF Stampa E-mail
Nel confronto con l'Inghilterra emerge come siano particolarmente scarse in Italia le risorse, pubbliche e private, destinate a finanziare le attività di ricerca. E come quelle che pur esistono siano allocate in gran parte con procedure non competitive. Le differenze tra i due paesi sono rilevanti, sia sul piano dei valori complessivi che per ente erogatore e modalità di erogazione (TAB. 1). Per una stima quantitativa, è utile il riferimento al finanziamento pubblico corrente nei due sistemi: i fondi disponibili per la ricerca equivalgono in media al 50% dei Recurrent Grants (Rgs) in Inghilterra, contro appena il 21% in rapporto al Ffo in Italia. Dai dati emerge inoltre il profondo divario nel peso dei finanziamenti erogati con bandi aperti e competitivi e con valutazioni peer review: il 67% del totale in Inghilterra, contro una stima per l'Italia che oscilla tra il 20 e il 29%. Tutto ciò si riflette nella forte correlazione tra i finanziamenti alla ricerca e la qualità degli atenei inglesi nelle principali classifiche internazionali. Si noti che anche una quota significativa del finanziamento ordinario (i Recurrent Grants per la ricerca), pari in media al 22%, è distribuito agli atenei sulla base di un'attenta e indipendente valutazione della qualità della ricerca, secondo standard internazionali (RAE, Research Assessment Exercise, l’ultimo è del 2008). In Italia invece ci sono molte meno risorse e il peso dei fondi competitivi è decisamente più limitato. Dei fondi ministeriali, solo le risorse destinate ai Prin e ai Firb possono essere ricondotte chiaramente a bandi aperti e competitivi. Il loro peso è tuttavia trascurabile: il 7,4% sul totale. Nel complesso, una stima attendibile per l’Italia della quota del finanziamento alla ricerca riconducibile a procedure competitive va da un minimo del 21% (solo Prin-Firb e fondi Unione Europea) a un massimo del 29% del totale. Si tratta di cifre sensibilmente inferiori a quelle inglesi. Si noti che anche la quota del 7% del Ffo, che di recente è stata ridistribuita in conformità a una valutazione di qualità, è di molto inferiore a quella inglese, con scarsi effetti incentivanti.
(S. Paba, lavoce.info 21-01-2011)