Tra i giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni che hanno concluso il proprio percorso di istruzione con il conseguimento del diploma, il 60,5% risulta occupato. La quota scende al 44,4% tra chi ha abbandonato la scuola prima del tempo. Al crescere del titolo di studio, aumenta anche la possibilità per i giovani adulti di essere occupati. Nella generazione successiva, tra i 25 e i 34 anni, chi ha al massimo la licenza media è occupato nel 57,3% dei casi. Quota che sale di oltre 10 punti tra i diplomati (68,9%). Mentre tra i laureati il tasso di occupazione raggiunge il 74%. Due osservazioni. La prima è che si tratta di un dato piuttosto basso nel contesto europeo. In media, nell’Ue a 27, sono occupati quasi l’87% dei laureati e il 79,4% dei diplomati. La seconda è che la quota di giovani laureati occupati varia tra le diverse aree del paese. A fronte di un tasso di occupazione medio del 74% nella fascia d’età 25-34 anni, la quota supera l’80% nel Nord (82,8%), raggiunge il 75,6% nel Centro e si ferma al 58% nel Mezzogiorno. Questo nonostante una crescita dell’intero paese e del meridione in particolare negli ultimi anni. Al sud infatti si è passati dal 46,6% del 2018 al 58% del 2023. Sono comunque soprattutto le lauree STEM ad assicurare le maggiori possibilità di occupazione. Come approfondito nel rapporto di ISTAT sui Livelli di istruzione e i ritorni occupazionali, il tasso di occupazione si avvicina al 90% tra gli adulti (non solo giovani) con lauree in ambito scientifico e tecnologico. L’indirizzo di studio universitario determina importanti differenze nei tassi di occupazione dei laureati. Nel 2023, il tasso di occupazione tra i 25-64enni laureati nell’area Umanistica e dei servizi è pari al 79,5%, sale all’84,2% per i laureati nell’area Socio economica e giuridica, si attesta all’86,6% per le STEM e raggiunge il massimo valore (88,6%) tra i laureati nell’area Medico-sanitaria e farmaceutica. F: openpolis 29.04.25.
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