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STIPENDI. ADEGUAMENTO ISTAT PER I DOCENTI UNIVERSITARI PDF Stampa E-mail

Nel 2025 si chiude la coda degli aumenti contrattuali 2019/21; dal 2026 inizieranno ad arrivare gli adeguamenti per il picco inflattivo dello scorso triennio, relativi ai CCNL (Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro) 2022/24. Gli stipendi dei docenti universitari dal primo gennaio 2025 avranno un aumento, anche quelli a tempo determinato: PO, PA, RTI, RTDa e b, RTT e anche i nuovi Contratti di ricerca, ad essi collegati. Per la prima volta, cioè, grazie al riconoscimento del lavoro di ricerca come lavoro, anche il personale a termine impiegato nei progetti avrà una rivalutazione annuale dello stipendio. Secondo i calcoli di Flc Cgil, questo aumento sarà compreso tra lo 0,5% e lo 0,7%, probabilmente intorno alla metà tra questi estremi. Questo adeguamento non è minimamente relazionato con l’inflazione dello scorso triennio, perché in realtà è collegato alle ultime code degli aumenti contrattuali del triennio precedente (2019-2022) nel pubblico impiego (compresi i contratti della dirigenza), che hanno determinato pienamente il loro effetto sugli stipendi del personale contrattualizzato solo nell’anno 2024. Nel complesso, gli adeguamenti in questi anni relativi a quel triennio oramai lontano saranno vicini al 6,4%, come anticipato (risultato composto dell’adeguamento ISTAT 2023 dello 0,98%, di quello 2024 del 4,80% e di quello 2025). Lo scorso triennio di inflazione sarà coperto negli stipendi della docenza universitaria solo dal prossimo anno e sarà un lungo percorso. Sino ad oggi, infatti, è stato rinnovato solo il CCNL relativo alle Funzioni centrali (Ministeri ed enti nazionali), con aumenti del 6% complessivo, con un contratto separato non sottoscritto dalla FP CGIL (oltre diverse altre sigle sindacali), perché l’inflazione combinata del triennio di riferimento è stata intorno al 17%. F: FlcCgil.it 11.04.25.