NUOVO CREDITO D’IMPOSTA PER LE IMPRESE |
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Una proposta di emendamento di modifica al Dl 45 a firma Occhiuto (e altri) interviene su un filone molto attenzionato dal PNRR, i dottorati di ricerca, che non stanno incontrando i favori attesi all’inizio. Per incentivare le imprese ad assumerli o ad assumere i ricercatori la norma va incontro alle richieste delle associazioni datoriali e introduce un credito d’imposta da 10mila euro per ogni assunzione a tempo indeterminato utilizzabile in compensazione fino al 31 dicembre 2026. Sostituendo così lo sgravio contributivo da 3.750 euro annui (per un massimo di due anni e dunque di 7.500 euro) introdotto dal decreto 13/2023 a vantaggio delle aziende che avessero prima finanziato uno o più dottorati innovativi e poi assunto i loro possessori. Una misura che poteva contare su una cospicua dote (i 150 milioni previsti dall’investimento 3.3 della missione 4, componente 2, del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ndr) e che finora è stata utilizzata da una sola impresa. Un numero che parla da sé e che spiega da dove nasce l’idea attualmente in piedi di modificare la sua destinazione d’uso originaria a vantaggio del nuovo credito d’imposta per le imprese in arrivo con l’emendamento parlamentare citato.
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