PERCHÉ NON È POSSIBILE RIDURRE IL PESO FISCALE AL CETO MEDIO |
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Semplicemente perché il 60 per cento degli italiani paga solo l’8 per cento di tutta l’Irpef, che per i redditi del 2022 dichiarati nel 2023 ed elaborati nei mesi scorsi vale 189,5 miliardi; il 25 per cento paga il 28 per cento circa; mentre il 15,27 per cento paga il 63,4 per cento. Guarda caso quel 15,27 per cento si riferisce ai redditi da 35 mila euro l’anno lordi in su, il ceto medio che si sobbarcano gran parte dell’intera spesa pubblica. Solo per garantire la sanità a quel 60 per cento (il 25 per cento intermedio è autosufficiente all’80 per cento), occorrono ogni anno 60 miliardi; poi c’è tutto il resto (scuola, università, ricerca, strade, ecc.). Ridurre anche di soli 3 punti il carico fiscale al ceto medio costerebbe ogni anno oltre 4 miliardi di minori entrate. L’unica soluzione è il taglio della spesa assistenziale che è il motore dell’evasione (meno redditi dichiarati e più vantaggi ottenuti) e del lavoro sommerso (più lavoro in chiaro, più alto l’Isee e meno vantaggi si ottengono). Ma questi tagli vanno contro la ricerca politica del consenso a tutti i costi e per questo resteranno solo uno slogan. F: A. Brambilla, Il Foglio 28.12.24.
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