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LA SCIENZA GIURIDICA, VITTIMA DELLA PEER REVIEW ANONIMA PDF Stampa E-mail

Gli Autori Intendono sottolineare è che la peer-review è un meccanismo di valutazione importato dalle scienze dure. Non soltanto deve notarsi che anche in quel campo della ricerca il sistema è lungi dall’essere è incontroverso. Soprattutto, giova considerare che, trasposto negli studi giuridici esso risulta funzionalmente inappropriato. Mentre nel campo delle scienze dure esiste un problema fondamentale di verifica dei dati sperimentali posti alla base di una determinata assunzione, oltre che la necessaria convalida di un nuovo processo o approccio proposto dagli autori, nel settore degli studi giuridici tutto questo è assente o è molto più limitato. In conclusione, essi ritengono che la peer-review anonima, dopo averla sperimentata per qualche decennio, non abbia alcun merito reale e appaia come un’ipocrita adesione a metodi estranei alla tradizione europea, i cui obiettivi possono essere adeguatamente raggiunti da una revisione aperta e coscienziosa da parte di chiunque si assuma la responsabilità scientifica di una rivista, di un libro, di una collana. La peer review, nata con nobili intenzioni, ma trapiantata in un modo estraneo al suo per campi di studio e per contesti istituzionali, si è trasformata in null’altro che un ulteriore fattore della tendenza alla burocratizzazione della scienza. Come tale, sarebbe meglio abbandonarla, prima che arrechi ulteriori danni alla qualità della dottrina giuridica. F: G. Resta, V. Zeno Zencovich, Roars.it, 31.01.25.