DISEGNO DI LEGGE 1240. COMUNICATO FGU - FEDERAZIONE GILDA UNAMS - DIPARTIMENTO UNIVERSITÀ |
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“Per quanto riguarda i ‘contratti di ricerca’, che dovrebbero sostituire gli ‘assegni di ricerca’, la FGU Università si è espressa favorevolmente, partendo anche da una retribuzione comunque non inferiore a quella iniziale del ricercatore confermato a tempo definito, ma che possa aumentare nel tempo. Il nostro sindacato valuta ciò con soddisfazione in quanto garantisce oltre 14 mila precari, operanti nell’ambito della ricerca, riconoscendo loro maggiori tutele e garanzie contrattuali. L’unica nota stonata che preoccupa non poco, è che i nuovi contratti dovranno essere vincolati alla spesa sostenuta per gli assegni di ricerca negli ultimi tre anni e questo porterà ad una riduzione del numero dei suddetti contratti. La FGU GILDA Dipartimento Università ha chiesto anche, di non considerare il dottorato di ricerca quale criterio indispensabile di partenza per poter partecipare ai bandi, al fine di dare la possibilità di partecipazione a chi ha studiato all’estero e vuole fare ricerca in Italia, prevedendo perciò una fase transitoria. La riforma Gelmini (legge 30 dicembre 2010 n. 240) aveva già attuato una moltiplicazione delle figure di ricerca nel pre ruolo (assegnista, ricercatore a tempo determinato di tipo A (Rtd-A) e di tipo B (Rtd-B) e ora la riforma attuale (DDL n. 1240/2024) ritorna a moltiplicare le figure del pre ruolo dopo la parentesi istituita dalla legge 79/2022 che aveva accorpato le due figure Rtd-A e Rtd-B in un’unica tipologia di ricercatore a tempo determinato in tenure track (Rtt), che dopo cinque anni permetteva l’accesso alla posizione di professore associato. Peccato che questa riforma (legge 79/2022), stante una riduzione delle forme di precariato, non inserendo risorse aggiuntive e adeguate alle necessità degli atenei, rischiava di fatto di tradursi in un collo di bottiglia con una drammatica riduzione dei posti messi a bando da parte delle università”. F: comunicato FGU 10.04.24. |