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NUOVI CONTRATTI DI RICERCA DA FINANZIARE PDF Stampa E-mail

Il nuovo contratto di ricerca è un rapporto di lavoro pienamente subordinato, biennale, rinnovabile una sola volta e prorogabile di un ulteriore anno per specifici progetti di ricerca, la cui retribuzione è regolata dal CCNL Istruzione e ricerca, in ogni caso in misura non inferiore al trattamento iniziale spettante al ricercatore confermato a tempo definito (articolo 22, comma 6 della Legge 30 dicembre 2010, n. 240 come novellata dalla revisione del 2022). Servirebbero importanti risorse ministeriali per permettere agli atenei di attivare come servirebbe il contratto di Ricerca. I 37,5 milioni di euro annunciati dalla ministra Bernini nelle scorse settimane (fondi PNRR che dovevano esser comunque usati per l’impiego di giovani ricercatori) non sono solo insufficienti (equivalgono a 5 contratti per ateneo), ma sono anche sbagliati nella loro configurazione. Quello che serve non è un bando specifico per poche centinaia di posti, per qualche posizione per ogni ateneo. Negli ultimi vent’anni il sistema universitario italiano ha annualmente bandito oltre 15mila assegni di ricerca: la trasformazione di questi rapporti di lavoro di fatto strutturali nei nuovi contratti di ricerca avrebbe in realtà bisogno di esser sostenuta da un fondo di cofinanziamento nazionale. Quello che servirebbe, cioè, è la capacità di fornire a Dipartimenti ed Atenei risorse integrative, in grado di coprire il differenziale di costo tra vecchie e nuove figure, tenendo tra l’altro conto che questo differenziale è soprattutto costituito dall’IRPEF a carico dei contratti dei ricerca (risorse quindi destinate in larga parte a ritornare nella disponibilità pubblica, al netto del welfare fiscale di cui potranno finalmente avvalersi questi lavoratori e queste lavoratrici). Questa necessità è resa più pressante e urgente dalla prossima scadenza, tra 2025 e 2026, di oltre 30.000 mila posizioni precarie (più di 23.000 Assegni e più di 9.000 RTDa, in parte già scaduti), gonfiate dalle risorse del PNRR. Il differenziale del costo per ogni ente, tra ciascun nuovo contratto e il precedente assegno di ricerca, la Flc Cgil lo ha stimato intorno ai 15/16.000 euro: per sostenere questa trasformazione sarebbe allora necessario un intervento immediato di almeno 240 milioni di euro, garantito per un biennio. F: ADI 20.02.25. Flc Cgil 10.03.25.