RIFORMA UNIVERSITARIA. INVITI AL MINISTRO Stampa
Ministro Profumo, lei ha un compito improbo, se lo lasci dire. Rimaniamo in tema: la legge Gelmini va applicata. Punto e basta. Stop alle proroghe. I decreti applicativi della riforma devono essere completati perché senza di quelli tutto resta come prima. Quindi li emani, nel più breve tempo possibile, in modo che i concorsi, per esempio, possano ripartire, con le nuove regole. Ci sono poi argomenti spinosi ma urgenti. Le università sono troppe, fra sedi centrali e distaccate: queste ultime nate per esclusivi motivi clientelari, e che costano un occhio senza rendere quasi niente. E allora: tagli un terzo delle sedi universitarie italiane, che oltretutto mediamente non hanno un soldo. Alcune, secondo chi scrive, dovrebbero essere commissariate, prima della chiusura. E non ha neanche senso lasciare, come adesso, le tasse sostanzialmente uguali per ogni sede universitaria. E un argomento delicato. Ma è assurdo che in un’università indecente (ce ne sono) si paghi come in una sede prestigiosa. Conosciamo anche troppo bene l'obiezione: le università italiane sono, legalmente, tutte uguali. E allora giunto il momento di abolire il valore legale del titolo di studio: quello che rende la laurea in una sede indecorosa uguale, per esempio, a quella del Politecnico di Torino.
(Fonte: R. Fedi, Il Secolo XIX 20-11-2011)