Professioni. Accelera la riforma con il nuovo Governo Stampa
La riforma delle professioni accelera. E non tanto perché la legge di stabilità indica in 12 mesi il tempo per intervenire sulla disciplina ordinistica. Ma più che altro perché, con il nuovo esecutivo affidato a Mario Monti, le liberalizzazioni (comprese quelle sui servizi professionali) sono in cima alle priorità. Come annunciato dallo stesso premier presentando il programma di governo. «Per la crescita del Paese», ha detto, «occorre rimuovere gli ostacoli strutturali, affrontando resistenze e chiusure corporative. In tal senso, è necessario un disegno organico, volto a ridurre gli oneri e il rischio associato alle procedure amministrative, nonché a stimolare la concorrenza, con particolare riferimento al riordino della disciplina delle professioni regolamentate, anche dando attuazione a quanto previsto nella legge di stabilità in materia di tariffe minime». Considerando che l'ex commissario europeo Antitrust sarà aiutato in questa operazione di restyling dal braccio destro Antonio Catricalà, oggi sottosegretario alla presidenza del consiglio ma fino a ieri garante della concorrenza da sempre critico nei confronti degli ordini, le preoccupazioni fra i rappresentanti di categoria non mancano. Ma l'ammodernamento del comparto potrebbe essere meno doloroso di quanto molti si attendono. Se non altro perché su tariffe e pubblicità (da sempre nei pensieri di Monti) sono stati tolti tutti i vincoli. La battaglia di Monti, durante il suo mandato da commissario europeo fra il 2000 e il 2004, è stata essenzialmente quella di dimostrare che nei paesi dove i professionisti hanno meno regole si produce maggiore ricchezza. Monti, da editorialista del Corriere della Sera, ritorna a occuparsi di professioni il 6/2/2011 per ricordare che il governo greco nell'affrontare la sua crisi economica ha proceduto ad abolire le tariffe minime, il numero chiuso, le restrizioni territoriali e il divieto di farsi concorrenza con la pubblicità. Sottolineando anche che la riforma del governo Papandreou affida agli ordini il compito di dimostrare che, in certi casi, le restrizioni sono necessarie. In un’ipotetica riforma Monti, dunque potrebbero saltare il numero chiuso (oggi esistente solo per l'ordine dei notai) e le restrizioni territoriali (oggi esistenti per farmacisti, notai e avvocati). Il nuovo sottosegretario Catricalà non ha mai nascosto il suo desiderio di vedere l'abilitazione professionale passare non più dall'esame di stato ma dalla laurea abilitante (si veda ItaliaOggi del 24/03/2009). Potrebbe rispolverare la sua idea oggi, se non fosse che la manovra di Ferragosto (legge 148/2011) nel buttare le basi della riforma fra le poche cose che salva dell'esistente c'è proprio l'esame di stato.
(Fonte: I. Marino, ItaliaOggi 18-11-2011)